Tratto dal libro: “Anima in affitto. E se la vera punizione fosse sposare l’amante?”
Apro le ante dell’armadio che profumano di buono e di casa.
Spolvero, rassetto, butto via quello che non mi entra più – forse troppi capi non mi entrano più, dovrei fare pace con la bilancia, oppure decidermi di andare in palestra – e mi sento già meglio, più ordinata, più serena.
Intravedo, appeso per bene, anzi infagottato come un sarcofago, l’abito bianco, l’abito del mio matrimonio.
Un tuffo al cuore.
Quanti ricordi, ma ero davvero così magra?
Ero felice, di questo ne sono certa.
Ero speranzosa, con il cuore stracolmo di gioia, di fiducia per un futuro radioso e pieno d’amore. Volevo solo questo dalla vita: amore, una casa, un marito da amare ed accudire.
Rimango bloccata, incantata, o meglio incantesimata, mentre una sfilza di ricordi – senza chiedermi il permesso – mi attraversano la mente, il cuore ed il ventre. So bene da dove siamo partiti, ma non so più dove siamo arrivati.
Immobile, davanti all’armadio spalancato, ho finalmente guardato quello che fino a questo momento non ho voluto vedere: il mio matrimonio.
So bene che ci eravamo persi, sì, proprio smarriti.
Il mio Paolo è altrove, e per di più da tempo.
Non bastano più i pasti falsamente condivisi, la televisione della sera prima di essere rapiti dal sonno – almeno io – e le cose concrete che ci tenevano legati; mancavano le emozioni, la cura, la dolcezza.
Mi mancava lui, da morire.
Mi sento molto sola.
Negli anni, mese dopo mese, mi sono chiusa a riccio nel mio silenzio, nella mia solitudine e nella mia aridità emozionale.
Travolta, o meglio stravolta, dalle cose da fare, trascorro le mie giornate tra il lavoro, il lavoro in casa, i nostri figli e la fatica serale che mi impediva di vedere, di sentire e di occuparmi davvero di quello che stavo perdendo: mio marito, il mio matrimonio.
Ho notato già da tempo che Paolo è diverso: curato, simpatico e stranamente, allegro.
Sorride al cellulare, sembra un ebete.
Il suo maledettissimo telefono che è diventato un suo prolungamento: non va nemmeno in bagno senza.
È decisamente preoccupante, ma io, forse, ho scelto di non vedere.
Ha anche iniziato, strategicamente, a prendere sonno sul divano del soggiorno, e a non raggiungermi più in camera da letto. Io, rapita dalla stanchezza, non mi accorgo della sua assenza e, quando al mattino, chiedo come mai abbia dormito sul divano, lui prontamente risponde che non si è accorto di essersi addormentato davanti alla TV.
Le scuse sono svariate e fantasiose: giornata faticosa, programma preferito, email dell’ultima ora, insonnia, e così via.
Sono passate le giornate e i mesi, e ora dico gli anni, e le mie notti sono sempre più gelide, abitate da solitudine e da un magone terrificante.
La verità è un’altra, e forse in cuor mio la conoscevo già: mio partito sta sul divano perché non vuole più dormire con me!
Sta sul divano per un “patto di fedeltà” alla donna che amava, ora dico Elena.
Sta sul divano per scriverle fino all’ultimo secondo, prima di essere rapito dal sonno.
Sta sul divano per chattare con lei.
Sta sul divano per inviarle quei maledettissimi e stupidissimi cuoricini di Whatsapp, per farla sentire amata e desiderata e, soprattutto, meno sola.
Una notte, mentre lui dormiva, mi sono svegliata di soprassalto; non so bene cosa fosse successo dentro di me.
Sono andata in bagno, poi a bere in cucina.
Avevo visto che il mio – non so bene fino a quando, ma per adesso abita qui con me – Paolo era scoperto e infreddolito, e ho pensato di coprirlo con amorevole cura.
Il suo cellulare era lì, al suo fianco.
Sono rimasta per un istante immobile, ambivalente tra il bisogno di sapere, di vedere, di leggere e di farmi del male, e il desiderio di proteggermi.
Decido di vedere.
Ho aperto il telefono tremando; mi sentivo una ladra, stavo frugando nella sua intimità che, però, era anche la mia. Il cuore stava per saltare fuori dal petto, pensavo di poter avere un infarto da lì a breve. Ero terrorizzata, paralizzata dalla paura e dell’angoscia.
Sapevo bene quello che avrei trovato e quello che mi avrebbe distrutta, disintegrata, come moglie e come donna. Potevo ancora fermarmi, mi dicevo, ma in realtà proseguivo.
Telefono acceso!
Chat aperta!
La prima cosa che ho visto è stata la foto della sua amante: era mora, carina, sorridente ed anche dolce.
Non era la classica femme fatale, no: era proprio dolce.
Aveva gli occhi liquorosi, felici, da donna innamorata.
Era più sensuale che provocante.
Più dolce che aggressiva.
Più moglie/compagna che amante.
Non la zoccola che trama alle mie spalle; era comprensiva, amorevole, affettuosa.
In chat parlavano anche di me, e lei era comprensiva.
Leggevo e piangevo.
Guardavo la loro intimità e vedevo quello che tra noi non c’era da tempo, o forse, non c’era mai stato: foto, carinerie, baci dolci e baci d’amore.
Avevano la strana abitudine di aggiungere l’aggettivo al bacio: bacio d’amore, bacio dolce, bacio triste, bacio di desiderio…
Il bacio di desiderio era il più doloroso di tutti.
La chat era infinita, si raccontavano ogni cosa, anche dei “miei” figli.
Questa donna, praticamente, viveva a casa mia.
Sapeva tutto, da quello che mangiavamo o non mangiavamo, a dove andavano e con chi. Sapeva tutto anche di me. Mi sono sentita improvvisamente nuda.
Leggevo, fotografavo la chat che avrei riletto con calma la mattina seguente, per farmi ancora più male; ero annebbiata dalla rabbia e dal dolore.
C’erano foto di questa donna nuda, semi vestita, prima e dopo la doccia, e così via. E lui, da perfetto idiota innamorato, non aveva cancellato nulla, non pensava minimamente di proteggere me, la sua famiglia, la mia anima…
Era drogato, drogato di lei.
Le aveva scritto frasi dolcissime, frasi che trasudavano amore, dolcezza, passione e mancanza. Viveva per lei, nell’attesa di incontrarla e nel ricordo dei loro incontri. Il suo presente era con lei, anche se lei era distante e io, invece, sotto lo stesso tetto.
Lei, Elena – ha un nome, anche se sarebbe stato meglio non darle un’identità né un volto – gli scriveva di sentirsi sola, e ancora che senza di lui non viveva, che niente aveva senso e sapore quando sono lontani.
Ed io? La mia è vita? Poteva chiamarsi vita? Che ne sa lei di noi? Della nostra famiglia? Di cosa significhi davvero un matrimonio?
Le fatiche del vivere, di un mutuo, di una casa da accudire, delle utenze, delle preoccupazioni dei figli… lei è single, cosa ne può mai sapere della vita matrimoniale?
Il nostro Paolo abita con me, pranza con me, faccio il suo bucato, piego le sue calze e le sue mutande, ma il suo cuore è altrove; questo lo sappiamo bene entrambi. Anzi, tutti e tre.
La mia è vita? Chi delle due non vive?
Mi viene voglia di chiamarla e di dirgliene quattro, di dirle quanto poco di buono sia stata nell’avere cominciato una relazione con un uomo sposato, non suo, anzi mio. Mi viene voglia di dirle che Paolo sta con lei, ma vive con me. Che il “mio” Paolo ha tre figli con me e che lei è di passaggio.
Piango. Ho mal di pancia. Vomito. Nessun analgesico sarà capace di placare questo mio dolore, ci vorrebbe una dose massiccia di morfina, in vena.
Vorrei telefonare a mia madre, dirle che sto male, piangere con lei.
Ma, forse, dovrei proteggerla da questo dolore.
Penserebbe ai suoi nipoti, senza un padre, da lì a breve. Vedrebbe Paolo come uno sciagurato, ed io, in fondo, voglio proteggerlo.
Magari questa cotta può anche passare, la lascia e torna da me, per davvero.
E se invece fosse amore? amore vero? se, invece, senza di lei, diventasse triste? Ingrigito, com’era prima di conoscere lei?
In fondo, da quando sta con lei, è più allegro e sereno anche con noi, in casa.
Forse dovrei solo andare in palestra, tornare in forma, essere gentile e sensuale, e provare a sedurlo. Del resto, io sono la “moglie”. La donna che ha sposato, davanti a Dio. La donna con cui ha acquistato una casa, colei che divide con lui tutto, dall’armadio alle cose concrete a quelle simboliche, al conto in banca, fino ad arrivare ai figli, il nostro più grande amore.
Penso che non andrà mai via da me, da noi, non ne sarebbe capace.
Forse, non andrà nemmeno via da lei.
Piango a dirotto e richiudo l’armadio.
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Io sono l’altra. Io sono quella che tradisce. Io sono quella che aspetta la buonanotte dal marito dell’altra, ma sono anche quella di cui l’altro, accanto a sua moglie, attende la buonanotte. Vivo entrembe le situazioni: moglie di uno…..amante dell’altro. Per me esiste una definizione? Moglie affettuosa e premurosa, accuditiva e attenta. Amante affettuosa e premurosa, accuditiva e premurosa. Il mio ruolo é identico, con uno e con l’altro. Conosco le sue figlie come lui conosce i miei figli; a loro invio regali di Natale e di compleanno, perché le conosco cone fossero figlie mie e nel contempo amo e seguo i miei figli, nel lavoro, nello studio, negli amori, nelle amicizie. Ho sempre patito l’atteggiamento freddino di mio marito, ma nonostante ciò l’ho amato intensamente e appassionatamente per più di 30 anni; sopperendo con le mie esplosioni di ” coccole ” anche alla mancanza delle sue, mancanza per la quale ho sofferto in silenzio per anni. Perché : “Questo è il mio carattere, io sono fatto così….certe espressioni mi fanno venire il latte alle ginocchia “. In 30 anni mi sono autoconvinta che uno dei motivi per cui mi sono innamorata di lui sia perché mi ha sempre chiamata con il mio lungo nome senza mai abbreviarlo. Adesso quando l’altro mi chiama principessa il mio cuore fa le capriole e capisco che almeno 30 anni fa un po’ di tenerezza in più non avrebbe guastato. Eppure nelle foto del matrimonio ero radiosa….eppure fino ad un annetto fa avevo ancora dei momenti in cui guardando mio marito sentivo il cuore traboccare d’amore…o almeno credo fosse amore. Certo un amore diverso da quello che sento per lui….che porto nascosto dentro da quando ero poco più che bambina. Si perché l’altro è il primo appuntamento, il primo fidanzatino, il primo bacio sulla guancia ad rappresentante dell’altro sesso che non fosse un amico, il pirmo intrecciarsi di dita, il primo sguardo di infatuazione, la prima grande sifferenza d’amore. Una porta del passato rimasta aperta….una situazione di quelle che in psicologia si definiscono irrisolte. Lo so perché dopo 13 anni di psicoterapia qualcosina credo do averla imparata anch’io. Lui è sparito dall’oggi al domani come il più classico dei mariti che escebper comprarenle sigarette e non ritorna più. L’ho aspettato per 5 lunghi anni; poi ho messo a tacere il cuore ed ho incontrato mio marito. Lui, l’altro mi ha rintracciata circa 3 anni fa su facebook; una richiesta di amicizia che non ho neppure accettato non avendolo riconosciuto. Nessun contatto, nessun messaggio se non gli auguri vicendevolmente scambiati per i compleanni. Poi un anno fa improvvisamente un come stai? Ha scatenato la mia voglia di sapere, di capire perché era sparito dalla mia vita senza una spiegazione, senza una parola. Ci siamo incontrati, ha soddisfatto la mia curiosità e sono tornata a casa distrutta dalla consapevolezza di aver coltivato il sogno di un amore che tale non era mai stato da parte sua. Ho vissuto due settimane infernali in cui ho riversato tutte le lacrime che già avevo versato da ragazzina, ma almeno avevo chiuso quel periodo. Credevo io. Credeva lui. Ha mentito, mentito spudoratamente anche sul motivo per cui è uscito dalla mia vita. E ci siamo rivisti e ci rivediamo ogni 15 gg circa…..sì perche viviamo lontani ( meno male per il momento ) e vedersi è complicato. Così c’è wa…ci sono le videochiamate….i messaggi vocali….le telefonate. Ci sono mille cose di cui parlare, di cui raccontarsi; o scoperto che gli uomini parlano di quanto guadagnano ( di mio marito non l’ho mai saputo e non lo so tutt’ora ), che sono capaci di momenti di tenerezza anche fuori dal letto; che sanno chiedere scusa; che sanno riconoscere i propri difetti e le proprie mancanze.
Sono la moglie e sono anche l’amante e ho iniziato a vivere a 53 anni.
Grazie per la Sua testimonianza ed il
Suo racconto ricco di emozioni e di altrettante verità.
Un affettuoso saluto ed auguri per tutto.
Mio marito un giorno mi ha detto “io non ti amo più” me l’ha detto con calma, con tristezza, sapevo che mi tradiva, tacevo sperando passasse, sapevo che il problema non era l’altra donna. Mio marito mi ha detto ” io non ti amo più” e per un istante, prima del dolore, del panico, dello smarrimento io mi sono sentita sollevata. Ha sempre negato l’importanza del suo tradimento, donna con cui ora vive a da cui ha avuto una figlia, quindi era importante eccome, ma credo in fondo abbia fatto bene, invece di lavorare su me stessa e capire dove avevo sbagliato avrei dato la colpa a lei, uscendone pulita, quando ovviamente non lo ero, come nessun coniuge credo lo sia mai quando un amore finisce, se non fosse stata lei sarebbe stata un’altra. Ho combattuto il tempo necessario per capire che non c’era più nulla per cui combattere, più nulla da salvare e poi, con amore, l’ho lasciato andare, abbiamo detto ai nostri figli che era meglio così, che papà e mamma si volevano bene ma non si amavano più, neppure per un momento ho pensato di usarli contro di lui, mai, neppure negli anni a seguire quando i problemi ci sono stati e tanti. Ed ero la moglie tradita ed umiliata. L’amore può finire e oggi, che le parti sono invertite, che io ero l’altra (con meno fortuna) mi chiedo come si possa decidere della vita di un’altra persona (adulta), soprattutto se ancora le si vuole bene. Mi chiedo come si possa parlare del benessere dei figli quando il matrimonio è tenuto in piedi solo per loro. E allora rifletto e vorrei condividere: ma non è che l’anello determinante in queste dolorose relazioni in “lista d’attesa” siamo proprio noi mogli e la nostra capacità di lasciare (o no) andare?
Venire lasciate dopo 20 anni di matrimonio, figli, cambi di vita assieme è semplicemente terrorizzante, toglie il respiro, la voglia di vivere, l’idea di dover ricominciare tutto da sole paralizza ma, nonostante sia stata per me un’esperienza durissima mi atterriva molto di più una vita con un uomo che non mi amava più. Oggi lo ringrazio per il rispetto che ha avuto, per aver deciso dopo pochi mesi di tradimento, per non avermi trascinata in un incubo senza fine, per essere libera di non domandarmi se è con me ma in realtà sta pensando ad un’altra donna.
Grazie davvero per la sua testimonianza, ricca di note introspettive, di amor proprio e di grandi verità!
La pubblico subito affinché anche le altre donne la possano leggere.
Suo marito è stato onesto e sincero, e voi come coppia, siete stati bravissimi.
Quante coppie hanno smesso di amarsi, hanno iniziato a tradirsi, e rimangono dentro un matrimonio estinto? Tantissime.
Legga questo nuovo scritto, se le fa piacere.
https://www.valeriarandone.it/psicologia/matrimoni-di-comodo/
Un affettuoso saluto.
Io vivo la dolorosa esperienza, la prima della mia vita, di quella che, nemmeno giovane, ma è l’amante di un marito che ha un matrimonio bianco! E dopo un inizio convivenza con me, con un amore grandissimo e sublime, che ci meravigliava…. i figli grandi (20 e 23 anni alla loro seconda o terza esperienza di amore.. lasciati e poi innamorati…..spero per loro…..) lo hanno richiamato dopo poco a casa con un ricatto del tipo: ” Se vuoi bene a noi, dimenticatela! “. Sicuramente istruiti dalla madre anche perché il figlio maschio aveva accettato abbastanza, capendo che il padre aveva i suoi motivi dato che non aveva rapporti e amore con sua madre, che da 18 anni non dorme più con il marito e per sua scelta, e da 7 non ha più rapporti intimi o affettuosità con lui, e.. ovvio che in questi anni ha cercato altrove.. Colpe di entrambi? Sicuramente, o forse..! Ma la questione è un’altra! Farsi ricattare da figli grandi, che sicuramente voterebbero per il divorzio se il Referendum ci fosse oggi e non ai mie tempi!?! Come si educano i figli se poi ricattano? Spero non tutti ! E un genitore non dovrebbe permettere di farsi ricattare o almeno rifiutare un ricatto e parlare e ragionare con loro, ma non subire.. e umiliarsi e sacrificarsi a tal punto?! E solo perché sono i figli e per carità, se mi immedesimo…. chi li vorrebbe perdere?! Ma a quell’età e con la situazione dei loro genitori, con un amore e intimità finita da tanto? Dovrebbero capire o accettare i fatti ed essere meno egoisti! !!! I padri certo fanno di tutto per non averli come nemici o distanti o per non essere odiati..ma non tutti e c’è un limite !!! A volte “l’amante” non è il problema (se il problema è nato anni ed anni prima), ma un diritto di uno dei genitori! E come mai questa moglie non vuole la felicità del marito? Vendetta, visto che forse non è felice lei stessa? Certo, la mentalità di farsi vedere come quella separata, in un paese dove vive, o con il marito che ha un ‘altra… non piace, o la paura di vivere da sola -io lo faccio da tantissimo- ma la dignità mi chiedo? Io non vorrei mai uno che mi gira per casa e non mi vuole e nemmeno ha un pensiero carino, affettuoso e invece ama un’altra! Manterrei dei buoni rapporti se l’amore è finito e da tanto, anche per i figli, certo, ma non in casa con me, se non dopo tanti anni quando ognuno ne è davvero fuori e solo come amici o fratelli se i rapporti sono diventati o rimasti buoni e se le condizioni economiche non consentissero di stare ognuno a casa sua e solo se nessuno dei due è innamorato e non ha un’altra persona, allora forse…! O anche separati in casa, insieme solo per i figli, potrei sopportarlo, almeno per un po’! Quindi la colpa e “il merito” di tanto dolore inflitto “all’amante” e della distruzione di tanti amori (delittuoso) è delle signore mogli, che sono bravissime con alcuni uomini, conoscendoli poi bene e da tanto ed avendoli a portata di mano per “agire”, .e trattandoli poi come figli e loro madri severe che intimoriscono e subdole; ma gli uomini, e ci metto in primis anche il mio, che carattere hanno? Bravi se si sacrificano per i figli, ma non dimentichiamoci che di là c’è una persona e che soffre da morirne… ( loro non se lo dovrebbero dimenticare dal primo momento che corteggiano una donna e se libera poi; libera= tanta indipendenza e libertà nelle più piccole e stupide cose, ma sola!!!). Dovrebbero sapere fino a dove si possono spingere.. e con chi si e con chi no, e invece…persi d’amore..! La così detta amante patisce l’inferno e subisce i ricatti e le vendette e l’umore di una famiglia che nemmeno è la sua…. e senza diritto di difesa….di intromettersi! E qui mi fermo perché la mia di situazioni è nella crisi piena dei “suoi sensi di colpa”, così ben coltivati ed innescati dalla moglie e figli! E la mia situazione non è risolta…ma di sicuro “lei” e i figli, a cui non risparmio colpe perché grandi e solo per solidarietà con la madre.., sono riusciti a rovinare una cosa meravigliosa, o comunque ad interromperla.. se non ci sarà seguito e con serenità e con lo slancio di prima! Io poi ho veduto questo lato del carattere di lui che non stimo molto o non mi piace. Un uomo che diventa zerbino di una che non ama , e che da 7 anni lei sa di non essere amata e che sa che il marito per questo ha ha avuto altre, ora si scatena? Lo vede innamorato e si incattivisce? Solo ora od ora più del solito? Nemmeno lei dice di amarlo, almeno fin’ora, e lui non la ama, le vuole bene e dice lui come ad una sorella, ma le sorelle sono così stronze e possessive? Forse si! Ma..!!!! Auguri a chi crede ancora nell’amore come me, ma che ne ha, da tanto, paura, perché lo sapevo che poi sarei stata molto male…! E’ terribile, non solo per le mogli, che lo sappiano, le mogli spesso annoiate e gelide come ghiaccioli. Credo anche che spesso siano così cattive perché rifiutate da altri e allora vendicative.. e i loro mariti neppure lo sanno e passano solo loro da stronzi davanti ai figli!! Che strazio! Che sofferenza, e far morire un amore, e nel più bello, in un deserto affettivo che vedo…è un crimine secondo me..dato che l’amore sarebbe tutto o tanto nella vita, ed è raro! Vi abbraccio sconosciute..
Buongiorno io sono una donna tradita dal marito con una nostra collega. 8 anni di relazione che ho sempre percepito ma di cui non ho mai avuto la conferma fino all’anno scorso. In questi anni il sospetto era tanto ma lui mi ha sempre negato dicendomi che erano solo mie fantasie.. Ma io vedevo in lui una cattiveria nei miei confronti:lei, per lui, era bella, brava, lavoratrice mentre io l’opposto… Dovevo subire ogni giorno violenze verbali che continuavo a subire per amore delle mie figlie. Un giorno ho iniziato a leggere i messaggi sul suo cellulare ma anche in quel caso lui continuava a mentirmi. Le mie figlie sapevano già tutto perché l’altra, conoscendo tutto della mia vita, lo chiamava ogni volta che io ero al lavoro…. Solo dopo aver fotografato i messaggi ha ammesso, con fatica la sua relazione…a me è crollato il mondo… Subito ho chiesto la separazione mentre lui si è opposto dicendomi che è stato un errore…. Ho desistito solo per le mie figlie ma vivo sempre nel dubbio dato che lei è sempre attaccata a lui a lavorare… Mi sto sforzando di credere a lui ma è molto difficile dopo 8 anni di bugie…
Oggi abbiamo sepelito il nostro amato cane, ha vissuto con noi per ben 18 anni, non abbiamo figli e lui è stato quanto più vicino ad esserlo, mentre la terra cadeva sulla sua salma, io assistevo al funerale di 20 anni di matrimonio, ho amato quest’uomo con tutta me stessa, con un amore che acconsente al sacrifico pur di vederlo felice, l’avevo messo su di un piedistallo e oggi mi è caduto, mi è crollato il mondo e non sopporto questa oppressione nel petto, questo senso di smarrimento, abbiamo superato tante cose insieme, dure crisi economiche e periodi nei quali ho tirato da sola il carro della nostra famiglia, col suo lavoro ha conosciuto molte brave persone, tra cui questa donna molto più grande di lui (lui 45 lei 64) a suo dire un anima generosa dal cuore d’oro e che ci ha offerto la possibilità di aiutarci mutuamente, andando a vivere, curare e custodire la sua casa d’infanzia , molte cose nell’ultimo anno mi facevano pensare che lui avesse una amante, magari tra le sue compagne di corso, visto che ogni volta che andava a lezione tornava alle 2 o 3 di notte, poi ogni volta che la signora veniva a casa avevo notato degli sguardi, il loro allontanarsi dentro il recinto per andare a vedere “I lavori da fare”, quel loro bisbigliare quando io uscivo dalla stanza, avevo notato la freddezza di lui nei miei confronti, nonostante la nostra amicizia e complicità fin da quando eravamo fidanzati e oggi quasi certa che avrei avuto conferma ho preso il suo cellulare, non ho cercato altre chat, sono andata direttamente sul nome di lei, ho letto poco perché lui stava salendo le scale, ma da tanti bacini, cuoricini, orsacchiotta, ti voglio bene ne ho avuto a sufficienza, credo mi sia salita la pressione ed il cuore sembrava scapparmi dal petto, stavamo per sepelire il nostro “cucciolo” e io mi sentivo e mi sento ancora adesso smarrita (è successo tutto oggi), avrei capito se lui avesse avuto una storia di sesso con qualche donna a me sconosciuta, ma non avrei mai pensato che lui mi avrebbe portata a vivere sotto il tetto della sua amante, perché mi domando, perché lui abbassa così la mia dignità di donna? Ancora non ho preso una decisione visto che ho investito i 20 anni più belli della mia vita in questa impresa chiamata matrimonio con l’uomo che pensavo avrebbe invecchiato insieme a me, ho pianto tanto al funerale, lacrime silenziose perché in cuor mio stavo sepelendo un marito, un fratello, il mio migliore amico e questo si che fa male.
Buongiorno genrile Lettrice,
la sua email trasuda di dolore e sconforto.
Valuti di chiedere un aiuto specialistico: il luogo della cura, della rielaborazione e del riordino.
Ne guadagnerà il suo cuore, il suo umore e il suo “dopo”.
Un caro saluto
Buonasera vorrei spiegare la mia situazione io da un mese sto soffrendo conosco il mio compagno da quasi 12 anni e abbiamo due figli. Da un mese a questa parte mio marito sente una ragazza calabrese di 20 anni più giovane sul app di TikTok dove ha raccontato la sua storia di maltrattamenti in famiglia cioè il suo compagno di leil la picchia. Mio marito gli dispiaceva e si sono scambiati il numero di telefono a me dice sempre che è solo un’amica. Me per me qualcosa di più dai messaggi che si scambiano e lo vedo cambiato anche nell’intimità e si sta mettendo in forma.
Io soffro moltissimo perché lo amo troppo e vorrei tanto che si mollassero per il bene della mia famiglia perché quella puttana me la sta distruggendo e ci soffro. La sta aiutando anche economicamente quando lotta con lei mi cerca anche nell’intimità io rivoglio mio marito e voglio che la sua amante sparisca. Ho provato a parlare cn lui ma nega e mio dice che una amica solo e che io sono pazza a pensare che mi tradisca anche sua sorella pensa che io sia pazza altri mi dicono che ho il coltello dalla parte del manico e alcuni mi dicono stai tranquilla che è solo amicizia mai vorrei davvero che si mollassero.
Aiutatemi vi prego
Buongiorno,
non si tratta di manici e coltelli né di pazzie, ma di un legame – credo – che ha bisogno di manutenzione.
Se suo marito ha instaurato un legame, amicale o di altra natura, con un’altra donna forse si sente capito, attratto, gratificato.
Forse c’è qualcosa tra di voi che non va bene.
Ci sarebbero tanti forse da dover analizzare, ma vi serve una consulenza: individuale o di coppia.
Se ha bisogno di me chiami pure, la richiamo appena mi sarà possibile.
Un caro saluto
Anche il mio Simone se n’è andato per un’Elena, lui però è andato via davvero dopo vent’anni di relazione di cui dodici di matrimonio e due bellissime bimbe. È passato un anno e fa ancora malissimo.
Buongiorno Francesca,
un anno è davvero pochissimo per non sentire dolore. Si dia tempo e spazio per soffrire.
Soltanto ricordando e rassettando i ricordi e il dolore potrà andare avanti davvero.
Un caro saluto
ho letto tutte le vostre situazioni e ho colto il dolore di tutte voi, la mia situazione inizia nel 2019 quando mio marito una mattina mi urla di non amarmi più, dopo una vita insieme ci conosciamo dall’età di 12 anni ci separiamo dopo 13 anni di matrimonio e due figli. Naturalmente dopo un anno ciò che credevo fosse solo un’amicizia è diventata una storia seria. La cosa che più mi fa male e che da quando è iniziata questa situazione, e nonostante lui vivesse una storia quindi penso anche carica di nuove emozioni e anche passione sessuale, lui ha sempre cercato me per il sesso e ancora oggi nonostante siano passati tre anni cerca ancora me sessualmente.
Ma per per tutto il resto lo condivide con l’altra. Ormai non so cosa pensare, cerco di far finta che non mi importi piu, fingo di essere una ex comprensiva e calma, ma la mia è solo finzione.
Gentile Carla,
mi chiedo quali siano i motivi che la spingono ad accettare il ruolo dell’altra.
Ad accettare l’inversione di ruoli. A diventare addirittura l’amante del suo ex marito, avere rapporti sessuali con lui, mentre lui le urla che non vuole più stare con lei e non la ama e ha pure una relazione stabile con un’altra donna.
Continuando ad indossare i panni dell’altra, rinforza questo triangolo disfunzionale, danneggia la sua autostima e consente a suo marito di non rendersi conto dei limiti che probabilmente ha questa nuova relazione.
Combi strategia, e se non riesce da sola si faccia aiutare da un professionista.
Un caro saluto