Un paradosso in termini: tradire per rimanere marito e moglie.
E intanto, succede.
Succede che la stabile ambiguità abbracci il matrimonio e lo tenga stretto a sé, senza regalargli la possibilità di guardarsi dentro, di guardarsi attorno, di mettere a fuoco il deserto emotivo nel quale abita, per decidere liberamente se proseguire o meno in direzione emozioni estinte.
Paradossale e crudele, il tradimento aiuta il matrimonio
Il tradimento rappresenta il ritorno delle emozioni che si credevano in esilio, del cardiopalmo senza motivo, delle email che trasudano desiderio e passione, delle promesse d’amore eterno, della speranza, del progetto senza progetto, della notte senza giorno.
Il tradimento seduce e cattura, inghiotte il protagonista dell’amore infedele in una spirale di emozioni che impediscono di mettere a fuoco l’obiettivo.
L’infedeltà dirotta il traditore nella terra dell’altrove.
Un luogo apparentemente privilegiato bagnato dal mare delle emozioni e scaldato dal sole della passione cocente.
Terra dove germoglia il corteggiamento, il desiderio, e le parti di sé atrofizzate dal matrimonio, dalla routine e dalla noia.
Il tradimento pone il traditore a una distanza di sicurezza dai problemi coniugali, quindi, non vede, non sente e non parla.
Si nutre d’amore e di passione, elementi senza progettualità, e per di più amplificati dalla proibizione, il più potente degli afrodisiaci.
L’amante occupa uno spazio vuoto, si insinua, compensa, colma vuoti preesistenti e ne crea di nuovi.
La distanza emozionale che si viene a creare con la presenza di un amante protegge l’imperfezione dell’amore coniugale, infiamma la sessualità coniugale con il suo ricordo, sopperisce al dialogo assente.
Quando c’è un matrimonio senza parole, ci sarà un amante parlante. Amante che consente alle relazioni tiepide, di semi felicità, si continuare per sempre.
Per sempre, non felici e non contenti. Finché noia non li separi.
La stabile ambiguità: l’infedele cronico sigilla un patto segreto tra la fedeltà di cuore e l’infedeltà di letto.
L’infedele cronico non riesce a vivere dentro un rapporto di coppia senza avere un amante stampella.
Il peso del legame è talmente importante, che per non sentirsi schiacciato o fagocitato dall’impegno, passa da una scappatella all’altra o si fidanza stabilmente con un’amante di lungo corso.
Così, seguendo la sua logica e la logica della scissione tra affettività e sessualità, rimane fedele di casa e di cuore, e infedele di letto.
Uno sguardo alla donna amante
Sono una donna divisa tra la paura che tutto cambi e il terrore che ogni cosa rimanga immutata sino alla fine dei suoi giorni
Coelho, Adulterio
A un certo punto del cammino del triangolo amoroso, l’anello debole, solitamente l’amante donna, inizia a somatizzare la non scelta.
La donna amante ha sperimentato sulla sua pelle l’amore cocente, la passione e la bramosia, e al contempo, la solitudine e lo struggimento.
Sensazioni talmente intense da non poter convivere fraternamente, e a lungo, all’interno della stessa persona, lasciandola indenne da complicanze psico-somatiche ed emozionali.
L’estasi post organica, da momento ad alta intensità, si trasforma in speranza di un progetto, spesso, procrastinato o evaso.
Questo compromesso dell’esistenza – e la cronicità del ruolo d’amante – rappresenta la concretizzazione di un incubo, tra briciole di presenza e macigni di assenza.
Condizione che non consente di affrontare la solitudine dell’esistenza, tantomeno, il possibile impegno altro di un progetto di vita a due.
La donna, in realtà, è sola anche se si crede in coppia. Ritarda o rinuncia del tutto alla maternità e abita alla periferia di una coppia che non è la sua.
Appare all’orizzonte il precariato affettivo a tempo indeterminato. Niente solitudine – quella che serve per mettere a fuoco quello che non va, e che aiuta a decidere e a cambiare rotta – niente altri possibili pretendenti.
E tantomeno il compagno di vita, perché è marito di un’altra donna.
I matrimoni malinconici: il dilemma tra sicurezza e avventura
Un tempo avevamo il matrimonio, la scappatella e il divorzio, oggi abbiamo i separati in casa e gli amanti cronici.
Condizioni portatrici sane di mancanza di chiarezza emozionale, di serenità e di torpore dell’esistenza.
Né felici né tristi: tormentati.
Queste sono le coppie “semi felici”, coloro che si accontentano.
L’infedeltà, nonostante la possibilità di divorziare, continua a camminare a fianco ai legami, per le più svariate motivazioni.
L’infedeltà, in realtà, armonizza maldestramente le pulsioni discordanti. Da un lato, la non scelta tutela la stabilità del matrimonio con il suo abbraccio rassicurante e impedisce di ricominciare altrove, dall’altro, emoziona, scalda anche il cuore più inaridito dalla vita e accende desideri sopiti e dimenticati.
Il cammino da acrobata esistenziale intrapreso da chi ha scelto di rimanere nella non scelta, è un cammino irto di difficoltà e passione, di assenza e presenza, di proibizioni e concessioni, di tradimenti e riparazioni.
Nessun amante, solitamente, desidera trasformare l’amante in partner, lasciare il tetto coniugale ed effettuare un salto nel buio, magari con una donna più giovane e richiedente, desiderosa di diventare madre e di avere anche lei un rassicurante tetto sulla testa.
Il talamo adulterino non è necessariamente il luogo dove gli infedeli desiderano abitare. Vogliono sentirsi liberi di andarlo a visitare ogni tanto, fare il pieno di energie, bere dal calice dell’eterna giovinezza per tornare poi al talamo coniugale.
Respirare il desiderio ogni giorno, o a giorni alterni, amplificato dalla proibizione struggente e dal non progetto, e rincasarsi nel torpore e nella stabilità del matrimonio.
Il paradosso amoroso: i compromessi e i vantaggi della donna segreta
La clinica dimostra che i triangoli amorosi sono davvero variegati.
Possiamo avere una donna amante di un uomo sposato, due coniugi sposati con rispettivi amanti satelliti, e un uomo single amante di una donna sposata.
Quando un uomo single dà vita a una relazione parallela e diventa amante di una donna sposata, solitamente, lo fa perché inconsciamente non desidera avere impegni importanti.
Insomma, tutto sommato, gli sta bene così.
La relazione part time, fatta di attimi rubati, intensi e struggenti, senza la possibilità di un quotidiano e di un progetto, lo rassicura e lo tutela da quello che in fondo non ha cercato fino a quel momento.
Chi sceglie di fare l’amante, mantiene la sua condizione di libertà ma incarna il desiderio di qualcun altro: diventa il sogno, la meta, la vertigine. Con il grande vantaggio di essere part-time.
L’amante è la moglie scontata, l’altra, invece, è la donna ricercata, sfuggente, a termine, che si concede con il contagocce e mai tra le abitudini delle mura domestiche.
Amante di lungo corso e coppie di vecchia data
L’amante di lungo corso, per esempio, svolge un ruolo centrale nel mantenimento dell’equilibrio di tante coppie di vecchia data, senza la quale avrebbero dovuto fare i conti con quello che da tempo non andavano più bene nel loro legame.
Questa donna merita comprensione e compassione, ed è la donna che solitamente chiede aiuto ai professionisti per sopravvivere a un amore così tormentato nel tentativo di riprendere a vivere, anche senza il suo uomo sposato.
È mia abitudine, in sede di consulenza, dare molto spazio al racconto del tradimento, nel tentativo di comprendere a fondo quali sono state le fila che hanno mosso passioni e dolori, strazi e riparazioni.
Questi tipi di amore sono al contempo riparazione e replica, se ascoltati e non giudicati, sono dei grandi rivelatori di verità nascoste.
Partono spesso dalle terre dell’infanzia, come nei casi della ricerca compensatoria di una figura che possa incarnare un padre assente o algido, per approdare al malsano tentativo di sanare le ferite pregresse, sino a crearne altre ancora.
Questi amori sanano, o dovrebbero farlo, le ferite dell’infanzia, ammanettano alla coazione a ripetere alla ripetizione immodificata di vecchi schemi comportamentali ed emozionali.
Quel che resta dell’amore: il dopo
Quasi nessun amore infedele attraversa l’impervio e imbarazzante cammino di transizione verso la legittimità, a meno che non venga scoperto e messo alle strette.
Ogni amore infedele tesse la sua trama, cammina a fianco della coppia legittima e corrode la stabilità del legame, nutrendo la scissione tra amore e sessualità.
Tra erotismo e stabilità.
La vera trasgressione oggi è la fedeltà.
23 Commenti. Nuovo commento
Buongiorno dottoressa
Complimenti ancora per quanto scritto, da quel che evinco io quando si ha un’amante non si è molto maturi… Certo può capitare (non legittimo il tradimento), tuttavia a mio modo di vedere c’è un bivio stabilità e routine oppure novità e riscoperta di emozioni che si credevano assopite??
Le persone che sono in questa situazione a mio avviso decidono di non decidere rimanendo in un limbo, che poi paradossalmente presenta il suo conto (magari uno dei due chiede la separazione, piuttosto che fare come l’altro).
Buonasera genrile Lettore,
La condizione del tradimento – traditi e traditori – è davvero complessa da analizzare.
Ogni coppia ha una storia di vita a se stante, e merita un giusto ascolto.
In tutti i casi, il tradimento come parco giochi della sessualità, prima o poi, porta dei conti davvero salati da pagare.
Un caro saluto
Buongiorno dottoressa,
complimenti per il suo articolo che mette in rilievo una grossa verità psicologica… Nella pratica professionale infatti spesso incontro coppie che spesso poggiano la loro relazione e l’equilibrio della loro coppia su condotte extraconiugali, che, se scoperte, fanno “crollare” la coppia stessa.
Grazie, è una triste, e frequente verità!
Un saluto.
Quindi come donne ci tocca il ruolo o di mogli tradite o di amanti non pienamente amate.
Che tristezza
Buonasera,
ogni problematica relazionale può essere letta invertendo le parti.
L’infedeltà, così come il matrimonio, non ha genere.
Un cordiale saluto
Un traditore che, forse per sensi di colpa o per reale investimento nella coppia principale, riesce a creare un miglioramento nella relazione con la moglie, ma magari si tiene l’amante perché suscita in lui emozioni di complicità e di proibito che stimolano il cuore, riuscirà mai a tagliare con l’amante se non viene scoperto?
La moglie come può fargli sapere che sa del tradimento senza litigare, ma cercando di far emergere una situazione di disagio che deve essere affrontata? Come si fa a chiedere al proprio uomo di affrontare la realtà che è stata scoperta con altrettanto inganno?
La scoperta è la violazione di un segreto, l’invasione della sfera privata profonda che lui voleva salvaguardare. Se viene rivelata genera rabbia. Io non voglio rabbia, voglio capire dove stiamo andando, se ci amiamo davvero, se non sono stata capace di sentire il suo cuore e lui si è allontanato e se possiamo ricominciae e come.
Come credere però a colui che già ti ha promesso che non c’era nulla con una certa lei ma poi si è rifugiato nella segretezza per poter continuare ciò che lo appaga?
Non credo che il problema principale sia non arrivare al conflitto.
Ci sarà dolore, rabbia, rancore ma si può e si deve intavolare un dialogo. Lui ha violato te tradendoti e mandandoti messaggi che ti hanno insospettito e allora tu hai violato lui per sapere.
Cercate di capire i bisogni non detti ma insoddisfatti, il perché la comunicazione vera e profonda non ha funzionato. Tu hai soffocato i tuoi bisogni per paura del conflitto? Per paura di perderlo? Lui ha avuto paura di deluderti? Si sentiva giudicato e non accettato? Lo ami ma lo vuoi cambiare?
Buongiorno dottoressa la seguo da tempo
In breve le racconto che quando lo conobbi ai tempi io lavoravo presso la moglie, quando mi resi conto che si stava innamorando di me mi sono lasciata agganciare, io venivo da una relazione in cui avevo lasciato mio marito per tradimento suo. Dopo quattro mesi mesi siamo andati a convivere, io non ho vissuto serenamente. Mi pesava che non volesse la separazione, che non avesse mai richiesto la residenza, che non voleva dire ai figli dove viveva etc.
Tutte queste cose mi hanno reso paranoica e instabile, dopo circa dieci anni di convivenza scopro che (attraverso messaggi) che con la moglie sta tentando un riavvicinamento, quindi, quando tornavo dal lavoro lui non c’era più, cena a casa sua con loro. Poi la notte mi abbraccia a e mi diceva sei mia, ovviamente io sconvolta e confusa mi rendevo inaccessibile, lui infastidito mi fa firmare la disdetta di locazione, io morta dentro finché un giorno gli ho detto di andarsene.
L’ho rivisto dopo un paio di mesi ed ho notato che mi seguiva, ho volutamente finto di non accorgermene, finché non me lo sono trovata sotto casa piangendo, da lì ho decretato la mia fine e sono divenuta l’amante.
Sono quattro anni che tento di lasciarlo e ormai non sono poco credibile(sopratutto ai miei occhi) e questa volta vorrei riuscire
Lei dice che ci sono legami con l’infanzia? Nella mia la quotidianità era l’instabilità e la follia.
Cara Serenella,
parto dalla fine. Prima di mettere online il suo straziante racconto l’ho letto e mi sono accorta che nella sua ultima frase “non sono credibile soprattutto a me stessa”, mancava il non.
Non credo fosse una distrazione o un refuso, ma un lapsus.
Lei il “non” e i “no” non riesce a dirli, soprattutto a quest’uomo così irrisolto è confuso.
Vada lei in consultazione vedrà che farà luce e arriverà un cambiamento.
Un affettuoso saluto
La verità è che chi tradisce, ama ancora la moglie, la famiglia o semplicemente quanto fatto insieme. Questo è vero, perché se il traditore non amasse, andrebbe via senza il bisognodi tradire la moglie e se stesso.
Ma in tutto ciò, il grande errore di noi uomini è quello di non capire che, seppure non veniamo scoperti, facciamo tanto male alla nostra amante, perché non la stiamo considerando come un individuo degno di rispetto, alla pari della nostre mogli. E quando alla fine, si prende una decisione, qualcuno si sarà comunque fatto male, traditore compreso.
Ciao Roberto, dal tuo messaggio leggo tra le righe che in realtà probabilmente sei ancora innamorato della tua amante. Percepisco che tu abbia deciso di rimanere con tua moglie non perché la amassi, altrimenti non l’avresti tradita (avreste cercato di risolvere i vostri problemi in altro modo)ma forse perchéti dava la stabilità emotiva o perché forse siccome parli di rispetto, non saresti mai riuscito a tradire i tuoi figli e non avresti retto il giudizio altrui. Ti preoccupi di mancare di rispetto all’amante e non ti preoccupi della devastazione che potresti provocare a tua moglie nel caso dovesse scoprire il tradimento.
Ti assicuro che per una moglie, qualunque errore possa aver commesso, se è una moglie leale, il tradimento sarebbe peggio di un lutto una devastazione un terremoto interiore la perdita di ogni certezza, la perdita di fiducia in un uomo con cui ha deciso di vivere la sua vita un’umiiazione enorme.
Guarda bene in te stesso.
Roberto quando si ama il proprio coniuge non lo si tradisce. Il tradimento non è la soluzione ai problemi di coppia. Il tradimento è il gesto più vile che possa commettersi nei confronti del coniuge. Parli di mancanza di rispetto nei confronti dell’amante…ma l’amante in quanto tale, sa di far parte di un ménage a Trois. Anzi la maggior parte delle volte gli amanti sono a loro volta sposati quindi consapevoli delle loro azioni. Credo che gli unici a cui si manchi di rispetto siano i coniugi traditi.
Buonasera dr.ssa Randone
sono Antonio ho 52 anni, mia moglie 48, la mia “fidanzata” 33 anni.
Sono sposato con 2 figli di 16 e 12 anni.
Premetto che fino a questa volta non avevo mai tradito mia moglie, anche se, già 13 anni fa, le avevo chiesto di separarci, per mancanza di intimità, dialogo, amore.
Dopo la mia richiesta di separarci, mia moglie mi chiese 3 mesi per cercare di migliorare le cose. In questi mesi rimase incinta della mia seconda figlia e quindi il discorso separazione, crollò.
Circa 3 anni fa, conosco questa ragazza, di cui resto subito attratto. Dopo 4 mesi di collaborazione lavorativa, una sera usciamo a cena. Scappa un bacio, ma io chiarisco che è stato un errore perchè, non sono in grado di poterle garantire niente e che quindi è meglio non dare seguito a quel bacio.
Resisto per circa due mesi, quando una sera andiamo a prendere un aperitivo e da lì inizia la nostra storia intensa (ci vediamo almeno 3 volte a settimana e trascorriamo anche interi giorni insieme). Ci amiamo tanto, andiamo anche in vacanza, facciamo anche la SPA, restiamo per ore a letto a parlare e fare l’amore.
Fin dall’inizio, le dico che non mi sento di meritarmi una persona come lei, perchè è giovane, bella e intelligente e quindi può avere tutto dalla vita e non un uomo sposato con 19 anni in più di lei.
Le dico che merita un ragazzo che la renda felice.
A questo aggiungo che la sua famiglia è tradizionalista e quindi ero certo che si sarebbe opposta alla nostra relazione. Aggiungo la paura della differenza di età, temevo che negli anni non le sarei più piaciuto o che magari non sarei stato più in grado di soddisfarla sessualmente.
Infine, ma non per ultimo, il mio senso di responsabilità verso i miei figli, fanno sì che non decido di lasciare mia moglie.
Lei soffre tanto, ma anche io. I momenti insieme sono belli, ma quando vado via da casa sua mi viene sempre da piangere, tutto è triste. Spesso si piangeva entrambi, disperati per la nostra situazione. Mi chiede spesso di andare a vivere con lei.
Purtroppo, circa 3 mesi fa, lei esausta, frustrata, mi chiede di porre fine alla nostra relazione.
Io da quel giorno, sono caduto in depressione. Non avevo capito che senza di lei non so più stare. Infatti, da quando non ci vediamo, non riesco più ad essere sereno a casa e non riesco a essere nemmeno più un buon padre.
È come se il nostro amore infedele, facesse andare anche il mio matrimonio, rendendolo meno pesante. Le ore con lei, mi facevano digerire tutte le insoddisfazioni.
Non avevo capito che nel momento in cui non ci fosse stata più lei, il peso delle ore con mia moglie, sarebbe diventato insopportabile come quando lei non c’era.
Adesso vorrei solo tornare indietro per scegliere lei.
Però in fondo, ho paura, perchè non so, cosa proverò quando lascerò i miei figli, quando la madre li metterà contro di me, quando forse, mi odieranno.
A volte penso che, se il mio fosse verro amore, dovrei evitare di cercarla e definitivamente abbandonare l’idea di chiederle di sposarci (ormai ci si separa in 20 giorni e si divorzia in 6 mesi).
Comunque, non riesco più a sopportare mia moglie. Il nostro amore è finito già nei primi due anni di matrimonio e voglio comunque lasciarla, anche se starò da solo, ma non so se starò peggio a non vivere con i miei figli.
Così come non ho capito di amare perdutamente la ragazza, come faccio a capire se lasciando mia moglie starò anche peggio di come stò adesso, perchè non potrò vivere pienamente i miei figli?
Non vorrei sbagliare scelta di nuovo.
Ho esposto i pensieri in maniera contorta, spero possa darmi un consiglio.
Grazie
Buongiorno,
più che un consiglio le serve un percorso di introspezione ben fatto.
Lei ha retto sua moglie grazie alla presenza della sua giovane amante.
Ora manca l’amante e crolla il suo matrimonio.
Direi che questa volta non può più sbagliare o scegliete alla cieca, si faccia aiutare.
Auguri per tutto.
Un cordiale saluto
Buongiorno dottoressa,
Sono il terzo nella coppia, dove leggendo il suo articolo penso di essere stato colui che ha retto un secondo matrimonio di una coppia, entrambi al secondo matronio.
L’ho retto per quattro anni e mezzo, poi qualcosa si è rotto.
Io mi sono rotto, non lei.
Io sono single, ed ammetto che, che pur senza averle mai detto di desiderarla come compagna futura, ho preferito chiudere sei mesi fa.
E ritornata dopo un mese, dove si è perseguito tra il lasciarsi e prendersi.
Fino a luglio di quest’anno dove mi chiama al rientro delle vacanze e in modo freddo mi comunica di voler chiudere la relazione.
Per due mesi più nessun contatto, io a stento mi riprendo, non è stato facile, ma un evento comune ci fa incontrare: non era finito nulla.
Vengo invitato a casa sua, la settimana successiva, ci baciamo, avremmo voluto andare oltre, ma io le dico che l’unico motivo per andare a letto con lei, è che fosse libera.
Il marito nel frattempo propone una terapia di coppia, lei accetta, ma nel frattempo lei mi propone un’amicizia autentica (parole sue), e quindi continua comunque a vedermi anche solo per un caffè al mattino.
Dieci giorni fa, le ho chiesto di non incontrarmi, né di vedermi più, e di farlo solamente alla fine del suo percorso nella terapia di coppia, ma se le notizie fossero positive per me.
Le chiedo, come si fa ad intraprendere una terapia di coppia, e nel frattempo continuare a vedere, senza andare oltre, me?
Non dovrebbe evitare di vedermi?
Ma sopratutto dopo 4 anni e mezzo di amante, un matrimonio, può ancora considerarsi vivo?
Buonasera Giuseppe,
lei scrive benissimo:
“colui che ha retto un secondo matrimonio di una coppia”.
Purtroppo l’amante, suo malgrado, nutre i matrimoni altrui. (Nel mio libro “Anima in affitto, e se la punizione fosse sposare l’amante” è ben spiegato e raccontato).
Se dopo quattro anni di tradimento il matrimonio è ancora vivo, non so dirglielo.
Dovrei sapere di più di lei, di voi, di loro.
Si prenda cura di sé.
Un caro saluto
Articolo molto profondo ed esaustivo.
Nella mia vita ho amato in pratica soltanto uomini già occupati.
Ora, all’età di 36 anni nonostante i tanti tentativi di cambiare rotta desiderandolo con tutta me stessa, mi ritrovo invischiata nella medesima situazione.
Provo in questo momento voglia di maternità ma sono consapevole del fatto che non sarò mai madre.
Sono rotta dentro.
Non condivido neppure più quel che capita con le amicizie più intime, non capirebbero.
Vorrei solo non innamorarmi più.
Credo che questa sofferenza, in concomitanza a debiti che avevo, un anno e mezzo fa mi abbia spinta a vendere il mio corpo. Per ottenere un risarcimento da tutta questa Sofferenza.
Cari saluti
Lou
Gentile Laura,
ha mai pensato di andare in consultazione? e magari valutare una terapia?
Tutta questa sofferenza può trasformarsi in meraviglia.
Un caro saluto
Gent. Le dottoressa complimenti per la lucidità con cui descrive queste dinamiche.. io, sposata da quasi 13 anni, lui silenzioso e freddo, sensibile ma chiuso, mi ama (credo) ma incapace di dimostrarlo, di starmi vicino, abbracciarmi.. preso dal suo lavoro (che lo angustia), da qualche mese un collega molto più grande di me si avvcinq con delicatezza, e scoppia la passione..io non lascero mio marito (e soprattutto i miei figli) ma voglio vivere questa esperienza. Voglio sentirmi viva perché sono ancora abbastanza giovane. Grazie per l’ascolto.
Buongiorno dott.ssa, io sono Astrid, la terza che ha retto e sta reggendo il matrimonio di un uomo da circa 13 anni.
Lui è più grande di me di 15 anni, ha 2 figli maggiorenni e una carriera importante, che lo occupa e cui tiene. Ci siamo conosciuti durante una trasferta di lavoro, inizialmente doveva essere solo una fugace trasgressione ed io ero la prima a scommettere poco sulla durata. Un paio di mesi? Lui del resto era stato chiaro: voleva evadere dalla routine coniugale ma la stabilità era nella famiglia, che non avrebbe mai lasciato. con queste premesse, e con una passione che non è mai scemata, siamo arrivati a 13 anni di relazione clandestina, senza interruzioni particolari se non il delicato periodo del lockdown. Non mi riconosco nella descrizione dell’amante sofferente e in attesa, perchè di fatto io in questi anni non mi sono privata di frequentare chi volevo, oltre lui. Amo il mio lavoro, amo tenermi in forma e prendermi cura di me, amo viaggiare da sola o con amici, adoro la mia indipendenza e il non dover condividere necessariamente i miei spazi fisici o il mio tempo. Di fatto però, lui è importantissimo per il mio benessere psico-fisico: i nostri momenti di passione, sesso, chiacchiere mi permettono di essere la versione migliore di me stessa anche quando sono senza di lui, sul lavoro, in compagnia. Non mi pongo più domande: ama la moglie? Ama me? Boh. Di fatto sto bene, anzi attraverso lui ho scoperto – in maniera sana – quella parte istintiva, dominante e dominatrice, sempre molto disinibita, che nella vita quotidiana è coperta dalla mia iper razionalità. Paradossalmente, se io servo alla sua coppia per evitare tensioni in seno al matrimonio, anche lui funge da portatore di energie positive che probabilmente mi permettono anche di essere desiderata da altri uomini. Non credo proprio di essere portata per la convivenza perciò, quando lui prima di Natale (forse più stanco e fragile del solito) mi ha detto che avrebbe voluto vivere con me, l’ho invitato a valutare bene pro e contro di questa idea. Credo sia giusto che lui e la moglie vivano fino in fondo la loro crisi, senza scappatoie o valvole di sfogo come lo è la sottoscritta. Io posso aspettare e vedere se proseguire il ménage (ma con la consapevolezza che tutti giochiamo a viso aperto), oppure chiudere perchè la coppia ufficiale si rinsalda e andare per la mia strada, oppure provare a cambiare io con lui. L’eros è meraviglioso, non sempre rassicurante, ma è una energia che tiene vivi.
Cara Istrid,
il 26 ci sarà un webinar dal titolo: “ la vendetta dell’amante chiusa”.
Titolo parte, a affronta queste tematiche e credo che partecipare la potrebbe aiutare a chiarirsi le idee
Un caro saluto
Gentile dottoressa le scrivo perché capisco di aver perso me stessa .se al mio posto ci fosse una persona che conosco non esiterei un solo istante a darle della stupida a dire di mandare al diavolo quel lui sposato, collega.
Relazione che dura da due anni.
Ci siamo amati tanto, tantissimo.
Tante volte ci siamo mandati al diavolo per poi tornare a riprenderci.
Lui ha già tradito sua moglie in passato già prima del matrimonio.
E durante ha tre bambini molto piccoli.
Sua moglie mesi fa ha scoperto la nostra relazione e adesso hanno iniziato la terapia di coppia.
Lui me l’ha rivelato a cose fatte e dopo aver fatto l’amore.
Io mi sono infuriata.
Per lui era scontato che tutto rimanesse com’era.
Non era importante.
Sono delusa e terribilmente arrabbiata.
L’ho bloccato ovunque.
Gli ho riversato addosso la mia rabbia per poi sentirmi in colpa e pensare se non l’avessi mandato al diavolo staremmo ancora insieme.
Io ero disposta a fare l’amante per tutta la vita e mi vergogno di me stessa e della mia debolezza.