E vissero amanti, ignari e traditi
Avere un amante o vivere da amanti e da adulteri sembra essere una nuova modalità del vivere in coppia.
A metà strada tra felicità e sofferenza. Tra matrimonio e divorzio.
La monogamia con le sue insoddisfazioni – a furor di popolo dichiarata ufficialmente portatrice sana di noia coniugale -, non viene recisa dal divorzio o trasformata in sacro fuoco della passione dalla terapia di coppia, ma viene mantenuta in vita dalle relazioni extraconiugali.
Relazioni che remano a favore del matrimonio rendendolo immobile, regalandogli l’eternità e l’infelicità.
Le (o gli) amanti sono le altre. Le terre dell’altrove. Il vorrei ma non posso. La scelta del cuore e dei sensi, ma non della ragione e della luce del sole.
Sono la non scelta, il compromesso. Il pusher di emozioni erogate da lunedì a venerdì, e la sparizione del fine settimana.
Gli scenari sono vari e vasti, spesso desertici, aridi di presente e avari di futuro.
Donne dal cuore infranto. Domeniche interminabili e silenti durante le quali il partner amato, che è marito o moglie di un altro partner, abita altrove. Corpo e cuore.
Gli amanti regalano briciole di presenza e macigni di assenza, sono la concretizzazione di allarmanti prospettive di pomeriggi interminabili, nutriti dalla cocente solitudine e dalla mancanza di telefonate e di contatto.
Il quotidiano di chi ama altrove è caratterizzato da scenari inquietanti e dalle infinite complicanze del vivere in stereofonia. Amanti latitanti per il fine settimana, a Natale, ad Agosto. Altri chiusi nello sgabuzzino delle scope per chiamare o chattare di nascosto, rintanati misteriosamente in cantina, oppure, assidui frequentatori del garage di casa.
Cellulari strategicamente senza campo, spenti o disattivati. Rigorosamente a pancia in giù. Sonni protratti, anticipati, o risvegli tardivi.
Questi, e altri ancora, sono gli scenari ricorrenti degli amori altri. Amori non ufficiali, ma ufficiosi, nutriti da una passione straripante e da altrettanta sofferenza.
Questi legami sono dei veri atti di fede, nutriti da massicce dosi di speranza e da altrettanta gelosia, da vacanze vissute con altro rispetto al partner amato e desiderato, e dalla latitanza di email e messaggi.
La posta di chi si occupa di affettività e di coppie, soprattutto durante i mesi di agosto e di dicembre, viene tempestata da richieste di consulenze, dalla speranza di ricevere qualche carezza verbale da terapia, o qualche cerotto per l’anima in grado di lenire le atroci sofferenze di cui questi mesi vacanzieri e familiari sono portatori.
Le due facce dell’amore. Quello coniugale e quello adultero
I tradimenti sono più frequenti di quanto si possa immaginare, e nessuno sembra essere immune. In questo preciso momento, nel mondo, c’è qualcuno che sta subendo o agendo un tradimento. C’è qualcuno che decide di concedersi un’avventura, di cedere in tentazione, di aprire il confine geografico del matrimonio a uno sconosciuto. C’è qualcuno che supporta un amico dal cuore infranto. Un terapeuta di coppia che aiuta un paziente a fare chiarezza e a scegliere. Qualcun altro che indossa i panni dell’amante all’interno di uno scomodo e ansiogeno triangolo amoroso.
Questo accade in ogni angolo del mondo, in ogni istante, da un tempo infinito, per un tempo infinito.
Le relazioni extraconiugali possono essere definite come una sorta di finestra sul cuore. Hanno veramente tanto da insegnarci sulle relazioni. Sugli amanti che si scelgono, sui mariti che si tradiscono, sulle mogli che vengono tradite, o viceversa.
Le relazioni extraconiugali ci obbligano ad affrontare tutta una serie di interrogativi scomodi per le nostre coscienze.
Ci obbligano ad analizzare i motivi che spingono le persone a tradirsi: cosa cercano in realtà nell’altro, cosa gli manca all’interno del matrimonio, perché dopo aver lavorato a lungo per avere un partner ufficiale lo tradiscono senza pensarci due volte, e senza valutare i rischi postumi.
Gli amanti sposati immersi nella duplicità. Matrimonio e infedeltà
Una coppia annoiata e noiosa decide di emozionarsi altrove. La maggior parte degli amanti, infatti, sono partner già sposati altrove. Uno dei due, oppure entrambi, intraprendono una relazione con un altro partner e decidono di vivere nella duplicità, come amante cronico, finché la verità non li separi, o la nuova amante non rivendichi chiarezza e ufficializzazione.
Il tradimento avviene perché esiste già una relazione preesistente – più o meno duratura, più o meno stabile, più o meno annoiata e sbiadita, più o meno sessuata, con figli o addirittura senza – sigillata da un matrimonio o da una convivenza, quindi da un patto implicito di esclusività.
Questo patto, per un motivo o per un altro, viene poi violato.
Questi nuovi amori che si vengono a creare, sono amori part-time, figli di un Dio minore.
Amori con caratteristiche di intermittenza e picchi di atroce sofferenza, che quasi mai si sostituiscono al matrimonio o al rapporto ufficiale perché nel momento in cui l’amante diventa moglie o marito perde di fascinazione e depotenzia il cardiopalmo.
Durante il fine settimana l’intensità del sentimento adultero lascia il posto alla solitudine e alla dimensione dell’abbandono, terreno fertile per far germogliare gelosia e insicurezza, compagne di viaggio e di vita, nonché pessime consigliere, bravissime nel danneggiare anima, corpo e coppia.
Relazioni extraconiugali: surrogati d’amore. Il dilemma dell’amante cronico
Una delle domande che più frequentemente mi viene posta in terapia è “quanto può sopravvivere un amore altro?”
Un amore nutrito da bugie bianche e infarcito da mezze verità, a rigor di logica – anche il cuore ha una sua logica -, è un amore zoppicante. Un partner non può e non dovrebbe mai amare a metà, ma nonostante ciò gli amori infedeli sembrano essere noncuranti della logica del cuore e dell’assenza di futuro. Vivono in un eterno presente.
Si tratta di relazioni struggenti tenute in vita dal desiderio e dall’assenza, dal desiderio cocente dell’altro e dalla sua presenza parcellizzata.
Gli amori altri, talvolta, superano la fase del parco giochi del momento e si trasformano in amanti cronici.
Nascono e crescono, sfidando il tempo e i meccanismi di difesa della psiche, insomma, durano.
In questi casi, solitamente, le motivazioni sono le più svariate e profonde: sono da ricercare nella vita psichica di tutti i protagonisti di questi amori, inclusa la vita emozionale, con le sue lacune, della coppia ufficiale.
Gli amanti si nutrono dei meccanismi infernali che li accompagnano quotidianamente.
Cercano di raggiungere e di afferrare l’irraggiungibile e l’inafferrabile; la tensione perennemente frustrata diventa generatrice di dolore, e viene confusa per amore universale.
Queste relazioni così asimmetriche sono come una droga che per svolgere il suo lavoro necessita di dosi sempre maggiori, e per di più, con intervalli di tempo sempre più ridotti.
Droga che fa pagare sempre più i rari momenti di estasi e di passione con gli abissi della depressione, esattamente come tutte le droghe e tutte le dipendenze.
Quando questi amori meteora diventano relazioni parallele, praticamente compagni di viaggio, il percorso di vita diventa irto di difficoltà e di infinite prove da dover superare, anche perché sono sprovvisti di meta, a favore di un percorso cronico.
Ti amo, ma non ti sposo. La moglie di lungo corso e gli amori clandestini
Molti partner scelgono di vivere sospesi tra due vite, senza avvertire mai la voglia di scegliere. Questa, in realtà, è la strategia migliore per non amare del tutto.
Gli amanti che non scelgono, che amo chiamare moglie o marito di lungo corso, vanno via rimanendo, sono presenti fisicamente ma distanti emotivamente, dividono il tetto ma non il cuore. Il materasso ma non i sensi.
Questa dolorosa e schizofrenica scissione, in realtà, non può durare a lungo senza disseminare angosce e notti insonni.
Il mondo degli amanti è veramente faticoso e dalla non facile lettura; superata, inoltre, la fase acuta di entusiasmo e capacità d’attesa, di cardiopalmo e di eccitazione, i nodi vengono sempre al pettine. Le dinamiche sono complesse e sfaccettate, e andrebbero analizzate coppia per coppia, triangolo amoroso per triangolo amoroso. Ci sono assenze che sono scuse, altre che sono pause. Mancanze che restano e presenze che stancano o annoiano, spesso tenute in vita dall’abitudine.
Gli antidolorifici in amore
Un suggerimento, ormai ridondante, che cerco di fornire ai miei lettori e ai miei pazienti è quello di ascoltarsi davvero. Di riflettere sulle dinamiche inconsce e sugli antichi copioni che muovono silenti le fila di queste scelte-non-scelte amorose.
Un altro aspetto determinante sul quale riflettere, meglio se in terapia, è il conflitto tra idealità e realtà.
Questi amanti vivono nell’etere, con una quota di ridotta fisicità, fortemente anelata, ma intermittente. Mancano quasi del tutto di un ingrediente di fondamentale importanza: la fisicità, lo scambio di pelle e di sensi, il quotidiano con le sue derive. Immuni alla polvere del tempo e agli umori variabili.
La condivisione è soltanto emozionale e cognitiva: nessun conflitto sull’educazione dei figli, sulla gestione del denaro, su cosa preparare per cena, su quale meta scegliere per le vacanze estive, o sull’importo eccessivo delle ultime utenze di casa.
La fascinazione è data dalla proibizione, dal ruolo e dalle dinamiche di coppia che si vengono a creare, oltre che dall’impossibilità di avere il partner tutto per sé e, ciliegina sulla torta, dalla sofferenza provata. Elemento centrale di questi amori in lista d’attesa.
Ma cosa sarebbe più giusto fare?
Andare via rimanendo? andare via davvero? abitare due vite?
Cosa fa soffrire di più i figli sempre frequentemente adoperai come alibi: le separazioni o i silenzi? la recita a copione o l’autenticità delle emozioni provate?
E se la vera trasgressione fosse davvero la fedeltà?
14 Commenti. Nuovo commento
Cara dottoressa,
ho letto il suo libro, anime in affitto, e ovviamente essendo stata per un anno “l’altra” mi sono ritrovata in tutti gli stati d’animo descritti. Tutti. Capisco comunque anche la parte della “donna ufficile” perchè prima sono stata anche questo.
Donna ufficiale che voleva solo sapere la verità e che anche con un bambino di mezzo, avrebbe preso un’altra strada se il mio ex-compagno fosse riuscito a tirar fuori dalla bocca questa verità. Così è poi successo comunque anche senza l’onestà della controparte!!
Forse proprio perchè di natura penso che I rapporti siano fatti da persone che vogliono, desiderano stare insieme quando sono poi passata ad essere l’altra ho davvero creduto che lui lasciasse la moglie per me. Ma non per me perchè sono io, semplicemente perchè credo che sia giusto che se ci si innamora si debba vivere l’amore…altrimenti cosa viviamo a fare se non amiamo?
Credo che I figli non siano una merce di scambio e che tutto si mette a posto se è davvero quello che si vuole.
Si può essere felici pur essendo separati ma buoni genitori. Felici perchè si ha accanto qualcuno che si ama davvero pur avendo un figlio da un precedente rapporto
Io la trovo una cosa così normale…..
Ma evidentemente capita così di rado….
Eravamo innamorati entrambi, di questo ne sono certa…..si vede una persona innamorata…..
Lui ha comunque “non scelto” o “scelto” di stare a casa con moglie e figlio. Per me davvero una cosa senza senso.
Non perchè io sia meglio della moglie, o perchè la moglie non vada bene, semplicemente perchè lui non la amava più già prima di conoscere me.
………….avrei volute davvero lui accanto a me, era l’amore più consapevole che avessi mai provato in vita mia (ho 39 anni!)
…e invece nulla..
E’ sbaglaito il mio pensiero secondo lei?
Grazie mille
Gentile Elena,
mi fa piacere che abbia letto il mio libo e che si sia identificata nelle due donne, è stato scritto in modo che ognuno di noi trovasse un pezzetto di se.
Il suo discorso è giustissimo, ma le vie inconsce che portano alla scelta, alla non scelta, o alla fuga, sono davvero complesse e non omologabili.
Un caro saluto
Concordo in pieno con il tuo pensiero. Ci sono dentro anch’io da due anni3 sposata da 19 anni ho conosciuto questo uomo e ci siamo innamorati almeno io mi sono innamorata di lui. Per me lui è stata la spinta per separarmi. Lui invece sta ancora con la moglie e all’inizio sembrava si separasse invece nell’ultimo anno la separazione non gli passava nemmeno nell’anticamera del cervello. Ora l’ho lasciato da novembre o forse mi ha portato a lasciarlo e ora magicamente sta tornando con i suoi segnali di fumo. Non è tanto essere la seconda che mi turba di più ma tutti i dubbi e le bugie che mi ha raccontato nel tempo. Ha ragione la dottoressa quando dice che ogni storia è a se e che giudicare da fuori è molto facile. In realtà sono storie molto complesse dove l’amore c’è ma non nel modo che ci hanno spiegato da quando siamo piccoli. Buona giornata.
Salve, sono l’altra da circa 3 anni e passo molto più tempo con lui di quanto lui ne passi con la compagna. Nonostante tutto lui resta in questo limbo dove vorrebbe avere la forza di andarsene ma si sente in colpa per lei (a cui a suo tempo ha promesso una vita insieme. Non hanno figli.) e per i suoi genitori, che non approverebbero la sua decisione. Mi cerca sempre e stiamo spesso insieme, viaggiamo, dormiamo insieme, ci sentiamo tutti i giorni e ci confidiamo per ore e ore su problemi di ogni genere. Ovviamente io periodicamente – e ora sempre più spesso – mi arrabbio con lui per la sua incapacità di prendere una decisione – e mi viene spontaneo allontanarmi. Lui non sopporta che io mi allontani e continuamente cerca di farmi cambiare idea. Ora, al di là, della situazione del cui protrarsi io mi prendo tutte le responsabilità, dall’altra parte ci sta una donna che sa tutto di noi, sa tutto di me e che dopo avergli dato filo da torcere per il primo anno e mezzo, ora praticamente si è trasformata in una sorta di angelo del focolare. Fa la sua vita ed è come se non le interessi nulla di lui, l’importante è che torni a casa e non la lasci definitivamente da sola. La mia domanda è: questa donna è davvero innamorata di lui e in nome dell’amore che lei dice di provare arriva addirittura ad accettare la qualunque da lui o è una donna il cui unico obiettivo – finito il rapporto sentimentale che li legava – è arrivata a essere così razionale e cinica da pensare “basta che dorma a casa ogni tanto, così salvo la faccia e non resto da sola”. A me in tutto questo – sono in terapia per questioni personali e ovviamente sto elaborando anche questa mia situazione – quello che proprio sfugge è il comportamento di questa donna. La ringrazio per la risposta che vorrà suggerirmi
Gentile Signora,
Una coppia senza figli, solitamente, rimane insieme per la coppia.
Evidentemente quest’uomo con cui trascorre più tempo lei che la moglie, non si percepisce fuori dall’abbraccio rassicurante del matrimonio.
Cosa pensa o prova questa donna non so dirle da qui, ma è sicuramente più strategica di quanto si possa immaginare.
Si piega, ma non rinuncia a lui, facendolo sentire in colpa.
Ne discuta con il Collega che ha il piacere di occuparsi di Lei.
Un caro augurio.
Interessantissimo questo suo articolo, dottoressa.
La cosa più difficile è capire se quello per l’altro/a è vero amore. Se ha davvero un senso buttare all’aria una vita costruita negli anni, una famiglia, con tutto il dolore che ne consegue (soprattutto in presenza di figli) per qualcosa che potrebbe rivelarsi privo di sostanza.
E’ questo che tiene spesso gli amanti in un limbo, la paura di fare la scelta sbagliata, che non pagheremmo solo sulla nostra pelle. E allora come si fa a capire veramente?
Cara Signora,
il tema amanti è davvero molto complesso.
Ognuno ama, non ama, sceglie, non sceglie, traghetta a nuova vita o meno, in funzione di tantissime variabili.
Psichiche.
Inconsce.
Emozionali.
Di coppia.
In funzione di quello che manca, partendo dalle terre dell’infanzia, fino ad arrivare alle terre dell’altrove (gli amanti appunto).
Se non è serena ed e confusa, non scelga a cuor leggero, si faccia aiutare da un mio collega de visu.
Le consiglio inoltre, la lettura del mio ultimo libro.
Un affettuoso saluto.
Buonasera dottoressa e a tutte voi che leggete, che non conosco ma a cui so di essere in qualche modo legata. Ho scoperto e letto ora “Anima in affitto”, ritrovandomi in molte frasi. Vorrei portare un punto di vista leggermente diverso, dal momento che sembra che la condizione di “amante” sia solo quella di una donna che ha una vera e propria relazione con un uomo sposato e frustrato da una vita matrimoniale spenta e noiosa che non riesce a lasciare.
Il mio “Paolo” è si sposato, ma sua moglie e’ tutt’altro che appesantita e ingrigita; è una donna giovane, in gamba, con un bel fisico, sempre allegra; hanno due bambini bellissimi e la loro bacheca di Facebook è inondata di selfie e spaccati di vita da cui emerge una famiglia divertente, felice e unita più che mai. Ho assistito al marimonio, al viaggio di nozze, alle foto col pancione e con i neonati appena usciti dalla sala parto; assisto a Natali, compleanni e giornate al mare da cui tutto emerge tranne che frustrazione. Lui è semplicemente un ragazzo “birichino” a cui piace molto il sesso e non nasconde la sua propensione a concedersi delle scappatelle, che non considera moralmente sbagliate. Non mi ha mai nemmeno lontanamente prospettato l’idea di lasciare cio’ che ha; tiene anzi bene le distanze, addirittura parlandomi di quanto ama i suoi figli e di quanto si senta appagato dall’essere marito e padre. Sostiene di essere innamoratissimo della moglie, e addirittura di avere una vita sessuale ancora molto attiva e gratificante; semplicemente gli piace fare l’amore, gli piaccio e lo eccito io e pensa che potremmo stare bene insieme. Passa molto tempo a chattare con me, usa termini spesso spinti e a tratti volgari, qualche volta è dolce e a tratti dimostra quasi di essersi un po’affezionato a me e alla mia figura, ammettendo di pensarci qualche volta anche a casa ma senza per questo mai manifestarmi alcun tipo di attaccamento. Dice che cio’ che abbiamo gli piace, e che deve rimanere una cosa leggera e allegra; qualche volta in cui gli ho manifestato una paura di attaccarmi o di iniziare a provare qualcosa (cosa che è successa), mi ha sempre saputo arginare abilmente facendomi credere che semplicemente questa cosa tra noi non è contemplata e che devo saper prendere il nostro rapporto per quello che è. Non è una vera relazione, non ci frequentiamo quasi mai, chattiamo molto e abbiamo i nostri momenti ma sempre confinati in un luogo neutro, mai e poi mai lui potrebbe fingere un viaggio di lavoro o un weekend con gli amici per vedere me, non si esporrebbe mai al rischio di perdere tutto. “Tu mi piaci, ma mi piace anche cio’ che ho. Che vantaggio avresti ad essere un’alternativa al piattume, al grigiore? Sei invece una piacevole alternativa a qualcosa di già bello che ho; cio’ significa che ti ho scelta, e questo dovrebbe anzi aumentare la tua autostima”. Per me non è proprio cosi, perchè per me lui rappresenta qualcosa che non ho mai avuto da nessuna relazione; è stato l’uomo che mi ha fatto conoscere me stessa, che mi ha regalato sensazioni fisiche mai provate, forse per mia immaturità, tanto da instaurare in me una sorta di dipendenza e una paura pazzesca di innamorarmi, oltre alle ben note domeniche di silenzio e festività interminabili e contornate di foto della famglia Mulino Bianco.
Non gli si puo’ dare torto è un uomo forse un po’superficiale ma non cattivo, non mi ha mai fatto promesse ma mi fa stare male lo stesso, forse anche peggio che se fosse assieme a una moglie “ingrigita” che non riesce a lasciare….
Cosa ne pensate? Grazie di avermi letto, spero di avere dato a qualcuna uno spunto di riflessione..
Buongiorno cara Lettrice,
“Amanti” significa coloro che amano.
Che si straziano di sofferenza, di non scelta, di desiderio che fa a pugni con la ragione. Coloro che son sospesi, che camminano in bilico tra le linee guida del cuore e gli strattoni della ragione.
La famigerata moglie non sempre e non per forza deve essere ingrigita, ma rappresenta pur sempre la stabilità e non la novità.
La sua condizione – che a me sembra ugualmente sofferente, soprattutto leggendo lei – sembra immune da sentimenti, o così fate in modo che lo sia.
Ma non esiste nessuna relazione scevra da coinvolgimento.
Un uomo che sta bene in famiglia e che dice di amare la moglie non tradisce.
Non si tratta di pensieri moralistici, ma di realtà del cuore.
Quando si ama, quando si ha una buona e appagante vita sessuale ed emozionale, non c’è nessuna spinta propulsiva verso l’esterno, anzi, si protegge l’interno.
Le auguro di vero cuore un amore sano.
Provi a leggere il mio ultimo libro, sono certa che si ritroverà anche qui.
Un caro saluto
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Buongiorno Dottoressa, la leggo e la seguo con interesse. Ho una relazione da più di 8 anni con un uomo sposato (60 anni e due figli), felicemente sposato. Non è innamorato di me: dice che sono l’amica speciale, unica. In realtà noi siamo amici da ben 23 anni! La nostra storia inizia allora: lui fidanzato (con quella che poi diventerà sua moglie), la lascia per stare con me….alcuni mesi…poi torna da lei (donna razionale, centrata, ingegnere come lui). Io emotiva, passionale, istintiva, piena di vita e di morte, per cui grandi alti e bassi: l’opposto della stabilità che lui cerca e vuole. Non ci vediamo più…per qualche tempo. Poi ci ritroviamo, amici, solo amici…fino a 8 anni fa quando mi si riavvicina e…..la vita scorre nelle vene! Io sono, invece, in un matrimonio “spento e grigio”; muore mio padre, vado in crisi nera (padre padrone, rapporto di amore/odio). Lascio mio marito e mi attacco a lui come una cozza….angosciata. lui è la luce del mio buio interiore ma e’ buio lui stesso quando non e’ con me. Lo assillo, ho bisogno di lui come l’aria che respiro, ho bisogno della sua pacata calma, dei suoi consigli, del suo corpo. Lui c’è, sempre…anche se, a volte, prende qualche giorni di distanza dal mio “bisogno d’amore”. Sto lavorando su me stessa, dunque, va meglio anche se, ancora, qualche volta, ritornano le angosce. Quello che non accetto è il suo non amarmi: credo sia il mio ego che parla quando ho questo bisogno spasmodico di conferme. Come si può stare con una donna per tutti questi anni, senza amore?’come è possibile essere così “doppiogiochisti” e, in fondo, ipocriti? Lui è cattolico praticante ma se ne guarda bene di confessare (al prete) il suo tradimento. A volte mi dice di sentirsi un po’ in colpa….Ci vediamo ogni 10 gg. circa e ci sentiamo tutti i giorni. Spesso lo assillo…ma lui c’è, è una presenza stabile. Credo che convivano due aspetti: l’amore sacro (moglie) e amore profano (io) anche se lui ribadisce, sempre, che mi vuole molto bene, è attratto da me ma non è innamorato. A volte vorrei lasciarlo, sto troppo male ma poi mi dico che devo accettare il bello di questa relazione. Probabilmente alla mia età (57) ho anche paura di non incontrare più nessuno…per cui valga la pena…..grazie mi scuso per la lunghezza del testo Irene
Cara Lettrice,
la sua email trasuda di sofferenza e speranza, di attesa e fretta, di coraggio e paura.
Purtroppo via web non posso aiutarla, anche se vorrei, ma può rivolgersi a un mio collega nella sua città.
Soltanto così potrà riprendere la sua vita in mano e sanare davvero la sua fame d’amore, che quest’uomo ha mantenuto in vita, concimandola.
Le suggerisco la lettura del mio ultimo libero nel quale si identificherà e le segnalerà la strada da intraprendere.
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Un caro saluto
Vedo che molte amanti si interrogano su come la moglie “si accontenti” pur sospettando o sapendo che c’è un’altra e non prenda una decisione.
Non è ESATTAMENTE ciò che fa un’amante? Si accontenta di essere e restare in una relazione che non è esclusiva, di avere un uomo in condivisione. La moglie ci si è ritrovata suo malgrado. L’amante lo ha addirittura scelto?
Perché guardare la pagliuzza nell’occhio della moglie e non guardare la trave che è nel proprio??
Perché aspettare la scelta della moglie? Non è quell’uomo da cui si vorrebbe essere scelti? Perché molte amanti stanno ad aspettare la scelta di una terza persona che provano in tutti i modi a sollecitare, spesso provocando, sperando che la tresca venga scoperta? Ma davvero vogliono quell’uomo che non le sa scegliere e allora spostano l’ago della bilancia sulla moglie che nemmeno conoscono?
Io sono devastato da questa situazione. Sono follemente innamorato della mia amante tanto che non riesco più a vedere la mia vita senza di lei. Io ho 55 anni e lei ne ha 18 in meno. Io 1 figlio grande, lei 2 piccoli. Anche lei mi ama.
Ho paura che questa cosa possa finire, paura perchè se finisce finisco anch’io, so di non avere la forza per andare avanti senza di lei.
Non pensavo di arrivare a questo punto, piango spesso e sono intrappolato da questo folle amore. Tremo al solo pensiero e il mio cuore è completamente suo.
Non ho neanche la forza di chiedere aiuto.
Vivo alla giornata sperando di passare il resto dei miei anni con lei.
grazie e scusate per lo sfogo. Luca
Buonasera,
uno sfogo non le serve assolutamente a nulla, un clinico sì.
Raccolga le forze per chiedere aiuto e vada in terapia, è l’unica strada per ritrovare il proprio baricentro psichico, a prescindere dalla relazione che vivrà e da quanto durerà.