Il self help: uomini, donne e amore

Self Help

Tra le nuove derive della vita online, abbiamo il Self Help. La tendenza ad autocurarsi. Senza medici, senza diagnosi alcuna, senza controlli postumi. In assoluta autogestione.
In realtà, il self help è un termine dall’ampia interpretazione, che si presta a indicare fenomeni differenti fra di loro, fondati però sul principio per il quale l’acquisizione di informazioni in autogestione, quindi online, rappresenta una via di autonomia, cura e autorealizzazione individuale. Con tutti gli ovvi e consequenziali rischi.

Self help per tutti, e per tutto

Sono stata invitata al Congresso Nazionale di Andrologia della SIA, che quest’anno si è svolto a Bari, per parlare di self help in andro-sessuologia. Il paziente, che in realtà non è paziente, ma è un utente o un lettore e che quasi mai diventa paziente (tranne quando non può farne a meno), naviga compulsivamente nel web cercando di risolvere le più svariate disfunzioni sessuali.
Scrive su Google i sintomi e trova le possibili risposte. Trova consigli fantasiosi e soluzioni dalla facile attuazione che, forse, sono stati utili ad alcuni, ma non è assolutamente detto che si rivelino altrettanto validi per la psiche-soma-coppia altrui.
Le possibili soluzioni da self help sono del tutto avulse da un clinico competente, di facile reperibilità, a portata di click, senza diagnosi alcuna e senza quel percorso terapeutico individuale che diventa assolutamente indispensabile per la risoluzione “reale” delle problematiche, e per il ritorno alla qualità di vita.

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La terra delle illusioni. La misura dei genitali

Nel tentativo di concentrare il self help in alcune slide, l’ho immaginato come un viaggio nella terra delle illusioni. Un vero miraggio di cura.
Così, ho cercato di immaginarlo come un percorso di tre tappe.
Il Self help al maschile, il Self help al femminile, il self help amoroso.

Il caposaldo della psiche maschile, ai tempi della filmografia pornografica, è la misura dei genitali.
L’uomo – soprattutto i giovani cresciuti a pane e pornografia – è convinto che più i genitali sono grandi e più la sua potenza fallica è assicurata. Confondendo la salute sessuale con le dimensioni, vivendo la sessualità all’insegna della performance e non dello scambio. Sappiamo bene che, tranne in rari casi di micropenia, la salute sessuale dell’uomo e il conseguente orgasmo della donna, non correlano con le dimensioni dei genitali maschili.
Nonostante tutto, il lettore continua a cercare delle facili soluzioni per allungare i suoi genitali, tra pericolose tecniche di allungamento dalla facile attuazione, che millantano centimetri per tutti e che danneggiano i corpi cavernosi.
Nella terra delle illusioni da genitali grandi troviamo lo stretching del pene e tutta una serie di tecniche assolutamente inadeguate e nocive. Proseguendo nella terra delle illusioni approdiamo alle illusioni da durata.
Una delle cose che più frequentemente cerca il lettore è come aumentare i tempi dell’eiaculazione, a prescindere che soffra o meno di eiaculazione precoce.

Kegel come se fosse prezzemolo, condito con qualche goccia di alcool

Basta accedere a internet, che la parola kegel salta fuori in più circostanze.
Il kegel viene dispensato e prescritto come se fosse del prezzemolo: su ogni pietanza amorosa, per ogni difficoltà o disfunzione sessuale, in autogestione e senza criterio alcuno. I forum e i siti prescrivono il kegel per l’eiaculazione precoce, ritardata, l’anorgasmia e persino per il vaginismo.

Sappiamo bene che senza diagnosi clinica andro-sessuologica non può esserci terapia. Inoltre, non può esserci terapia senza clinico.
Proseguendo nella terra delle illusioni troviamo l’alcool: due gocce di alcool e il gioco è fatto. L’eiaculazione precoce svanisce come per incanto, grazie al presunto potere terapeutico dell’alcool.
Molti pazienti raccontano di coiti adeguati dal punto di vista temporale grazie all’obnubilamento della coscienza garantito dall’utilizzo di alcool al bisogno, esattamente come se fosse un farmaco.

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Sting docet, oltre il tempo

Proseguendo ancora nella terra delle illusioni troviamo la tappa del coito infinito.
Sting docet. Nella cultura orientale disperdere il liquido seminale è assolutamente impensabile.
Per ovviare a questa problematica, mediante le più svariate tecniche di meditazione, l’uomo orientale impara – esattamente come Sting – a scindere l’orgasmo dall’eiaculazione. In questi casi, però, stiamo parlando di una disfunzione sessuale chiamata eiaculazione retrograda, perché l’eiaculato torna nell’uretra senza essere emesso a seguito della risposta orgasmica.
Oppure, molti utenti, anelano transitare nella terra dell’eiaculazione ritardata.

Dal materasso al coito. La masturbazione a pancia in giù

Proseguendo in questo viaggio immaginario e fantasioso, approdiamo nel self help che riguarda la masturbazione alternativa, quel comportamento sessuale talmente frequente e altrettanto sconosciuto, che caratterizza l’attività autoerotica maschile.
Il lettore cerca online, si imbatte in forum e blog, più o meno scientifici, e pensa che il passaggio dal materasso al coito può avvenire senza fatica.
Senza clinico, con la semplice, tanto abusata e vana, forza di volontà.
La vera terapia per la risoluzione di questo comportamento sessuale che porta con sé deficit erettivo, anorgasmia e infertilità (l’uomo che prosegue con questa forma di masturbazione avrà marcate difficoltà a eiaculare in vagina), segue la diagnosi.
E, come sempre, diagnosi e terapia, devono farla i clinici competenti e formati per la cura delle disfunzioni sessuali.

Self help in rosa: i misteri del vaginismo. Un imene di troppo, un taglio e via

La donna vaginismica è una donna spaventata che mette in scena tutte le resistenze possibili e immaginabili per non curarsi davvero, e per rimanere sessualmente acerba, anche quando si ritrova a ridosso del periodo pre menopausale, quindi, a serio rischio di non poter più diventare madre. Resistenze che non solo vanno decodificate e curate, ma soprattutto rispettate durante il complesso percorso di cura.
Tra le cure fantasiose per il vaginismo abbiamo: l’imenectomia, un taglio e via dell’imene, a cui dovrebbe seguire una miracolosa e immediata guarigione.
Il fare l’amore sotto anestesia, sotto alcool, sotto droghe.
Oppure, per concludere, consegnare lo scettro del potere di guarigione alla tossina botulinica, terapia avulsa dall’indispensabile e faticosa terapia psico-sessuologica.

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Il self help in amore: dal corteggiamento al cuore infranto

In quest’ambito, il bisogno di bugiardini del cuore è davvero straripante.
C’è chi cerca come innamorarsi e trovare il partner della vita. Chi cerca come sopravvivere alla fine di un amore, cosa fare e cosa non fare per evitare ricadute e sofferenze postume.
Chi ha un’assoluta necessità di linee guida del cuore per tenere in vita il proprio rapporto di coppia, per renderlo longevo, immune da tradimenti e strappi.
Anche in questo caso, come sappiamo, non esistono auto medicamenti, soluzioni magiche e onnipotenti, ma clinici competenti, empatici e simpatici che sappiano prendersi cura delle persone o della coppia che cammina in bilico tra le linee guida della ragione e gli strattoni del cuore.
Per arginare la deriva dell’analfabetismo amoroso imperante e per evitare affascinanti quanto pericolosi self help amorosi, grazie all’autorevole megafono del quotidiano de La Stampa, stiamo coraggiosamente tentando di parlare d’Amore.
Il 14/2/2019 è nata la mia rubrica sull’Amore dal titolo “Amore non è solo amare”, e ha già compiuto i suoi primi tre mesi di vita.

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