Sesso? Sì, grazie, ma mercenario e online. La storia di Wanda

Emozioni on-line

Le relazioni stanno male, anzi malissimo. L’amore spaventa e viene considerato sin troppo faticoso per tentare di renderlo longevo, l’equivalente di un sentiero impervio. Gli amori sono a termine e la sostituzione del vecchio con il nuovo viene considerata la soluzione anti noia e anti-manutenzione del rapporto di coppia. Nel mare magnum dell’affettività, la vita virtuale continua a sedurre e incantare come il Pifferaio magico e ad essere preferita a quella reale.

La storia di Wanda, la studentessa fuori sede

Wanda, nome di fantasia, è una studentessa fuori sede, ultimogenita di quattro figli. Appartiene a una famiglia modesta dell’entroterra siciliano. Ogni sua scelta e non scelta sono sempre state mossa dal desiderio di rivalsa e di riscatto. Voleva distaccarsi dalla povertà e dalla miseria delle sue origini e sperava di andare lontano.
Compiuta la maggiore età e conclusa la scuola, Wanda si trasferisce a Catania, mettendo in valigia speranze, desideri e volontà ferrea. Comincia l’università e inizia a frequentare delle colleghe distinte, allegre, disinibite e ben abbigliate, tipiche ragazze di città molto diverse da lei che era la classica ragazza di campagna.
Le sue nuove colleghe erano sempre ben vestite, indossavano capi costosi e poco consoni alla vita studentesca.

La proposta indecente

Una di loro, con cui Wanda era entrata particolarmente in sintonia, un bel giorno le svela le origini dei suoi introiti segreti: era una cam-girl. In un primo momento Wanda non diede spazio a quanto sentito. Era incredula e forse anche un po’ oltraggiata da questa confessione chiaramente interpretabile come una provocazione e al tempo stesso come una possibile collaborazione lavorativa.
Nei giorni a seguire Wanda non riusciva a smettere di pensare a quelle parole. Diceva a sé stessa che era comunque una forma di prostituzione e che i suoi valori e la sua morale non le avrebbero mai concesso di accendere quel pc. Dopo un po’ però, disse a sé stesse che il corpo non era presente e tantomeno sfruttato, che era solo un gioco e che quell’attività le avrebbe consentito di proseguire gli studi senza gravare sulla pensione del padre.

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Le ambivalenze del cuore

Wanda alternava momenti di curiosità, voglia di farcela da sola ad altri di paura e invidia nei confronti delle sue colleghe più agiate di lei.
Forse la sua amica aveva visto oltre e aveva immaginato che lei sarebbe stata perfettamente in grado di giocare con la seduzione e che il monitor del pc l’avrebbe tutelata dai sensi di colpa e dalle possibili malattie. Dopo una serie di lotte intestine, Wanda accetta la proposta ricevuta.

Wanda accetta

Era sabato pomeriggio, e a breve avrebbe avuto il primo cliente. Non era equipaggiata per lavorare online, così decide di andare a fare compere. I negozi di Catania erano molto invitanti, ma non tutti alla portata del suo striminzito portafoglio, soprattutto quelli di intimo. Sapeva bene che quelle spese sarebbero state un investimento e che avrebbe recuperato il capitale con gli interessi.
Così, decide di comprare tutto l’occorrente per lavorare, dall’abbigliamento seduttivo e chiaramente provocatorio da calibrare in base alle richieste dei clienti a una mascherina nera che le avrebbe garantito l’anonimato. Tra le risate e la spensieratezza dell’età, in compagnia della sua navigata amica, Wanda sceglie un nome d’arte per tutelare la propria identità, abilita un post pay sulla quale i clienti avrebbero dovuto fare i bonifici e mentalmente immagina un possibile tariffario in funzione delle richieste. Era pronta per cominciare.

Il primo cliente, le prime lacrime

Wanda non è serena. La prima sera di lavoro avverte irrequietezza e inquietudine mista a paura e vergogna. Trascorre un pomeriggio difficile, chiama la madre più volte per i motivi più disparati. Era chiaro che era in ansia.
Ore 22.00. Wanda contattata dal primo cliente che le chiede di mostrarsi, spogliarsi e di parlare con lui delle sue fantasie erotiche. Wanda viene colta da un attacco d’ansia che si trasforma in un attacco di panico in piena regola.
La tachicardia si impossessa di lei. Il cuore è talmente rumoroso che le impediva di sentire altro. Le mani iniziano a tremare e a sudare, mentre la voce non esce dal petto. Le lacrime le irrorano il viso. Avrebbe voluto gridare e chiamare in aiuto le altre coinquiline ma il suo corpo e la sua voce non seguono i suoi pensieri.
Wanda rimane immobile, paralizzata davanti al pc, mentre la voce di quell’uomo sconosciuto la incitava a mostrarsi e a giocare con lui.

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Ore 23.30: risveglio in ospedale

Wanda si risveglia dopo qualche ora in pronto soccorso di un ospedale di Catania, abbigliata da cam-girl, con il cuore infranto per quanto aveva immaginato di fare.

La lettera di dimissioni dell’ospedale

La lettera di dimissioni suggerisce alla paziente una terapia combinata: psicofarmaci per le somatizzazioni d’ansia e un supporto psicologico immediato. Wanda giunge da me in studio con le ali tarpate dalla vergogna e dalla sofferenza, con un lapidario foglio di dimissioni tra le mani e con la speranza di ritrovare quella ragazza di campagna, semplice e volenterosa, con tanti sogni nel cassetto e un computer momentaneamente spento.

Ringrazio Wanda per avermi autorizzata a raccontare la sua storia.

Per approfondire questo spinoso e sfaccettato tema, consiglio le seguenti letture:

Tradire online, tradimenti virtuali, sofferenza reale. Ridefinire l’infedeltà

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