Dalle lenzuola alle chat.
Dal bicchiere di vino a tinder.
Dalle emozioni amplificate o mistificate alle emoticon.
Dallo spogliarsi sensualmente e gradualmente al sexting.
Diversamente intimi, qualche perplessità.
Il piacere carnale più intenso, goduto senza fretta in un letto disordinato e clandestino, combinazione perfetta di carezze, risate e giochi della mente, sa di baguette, prosciutto, formaggio francese e vino del Reno.
Isabel Allende
L’intimità sembra essersi trasferita dentro il cellulare, dentro una chat.
Sempre, e comunque, “dietro” un monitor.
La dimensione del piacere abita dentro un telefono, scorre insieme al testo, e si amplifica man mano che il testo prende forma e consistenza.
Nascono i cyber amori, gli amori touch screen.
La pelle e i sensi sono diventati i grandi assenti, così come il desiderio di un incontro alternato dall’attesa – strategica – dello stesso.
Tutto e subito, senza filtri e senza rischi, senza macchia e senza paura.
Il rischio del rifiuto è azzerato dal monitor del computer, dalle app utilizzate, o meno, in funzione del bisogno/desiderio del momento; l’altro – in carne e ossa – è dall’altra parte del cielo e dell’etere.
Un profilo accurato, strategicamente abbellito, qualche nota personale più o meno veritiera, una fisicità mostrata in vetrina ed il gioco è fatto.
Scatta la caccia al tesoro dell’anima gemella e della sessualità ad alta gradazione erotica.
L’anima gemella si trova online
- Ma siamo davvero certi che trattasi di anima?
- E che sia gemella?
- Siamo davvero certi, inoltre, che la fascinazione da etere può trasformarsi successivamente in un incontro reale?
- Possibile?
- Fattibile?
- Psico-corporeo? Con umori e malumori?
- E, che la pelle e l’odore dell’altro, siano davvero di nostro gradimento?
Un amore che nasce, cresce, si consuma, talvolta muore anche dentro una app, è un amore destinato a vivere intrappolato nel girone dell’inferno.
Il girone dei lussuriosi, dei narcisisti e dei golosi – o ingordi -, degli avari di sentimento, e il girone del tradimento.
Insomma, un vero falò della vanità.
Un amore senza volto, senza sguardo, senza sapore e profumo, che amore è?
Gli amori testuali: amori ad alto gradiente erotico
Il monitor di un pc, o del cellulare, funge da amplificatore di emozioni, da disinibitore emozionale e sessuale, diventa il vero palcoscenico dove mettere in scena un immaginario erotico trasgressivo, audace o inconfessabile.
Il testo scorre unitamente al testosterone, al desiderio, all’immaginario.
La chat diventa un luogo simbolico e intimo, di libertà, di possibilità di tradimento, di spregiudicatezza, di autenticità (forse).
Diventa un rapporto intimo e affettivo, sensuale e sessuale, amplificato dal sexting – dall’invio di foto hot -.
Unico effetto collaterale: l’assenza dell’altro!
Gli amori testuali possono diventare, poi, reali?
Dipende. Dipende dal grado di fascinazione che assumono nella vita.
Dipende dal grado di investimento emotivo che contengono.
Dipende dalla volontà di rischiare la delusione, possibile e probabile, postuma.
Dipende dalla voglia, o capacità, di far diventare le parole corpo, fisicità, l’altro.
Molti amanti virtuali rimangono tali, per eccesso di paura o per eccesso di buon senso.
Il “dopo” – il dopo aver già consumato virtualmente la sessualità – non sarà mai equiparabile all’incontro tra due fisicità, all’ansia e all’emozione da incontro reale.
Chi si concede virtualmente sa bene che trattasi di un “autoerotismo assistito“, di un gioco abitato da proiezioni di parti inconsce, nutrite da desideri proibiti, inconfessabili in altro setting relazionale ed emozionale.
L’altro – in realtà un vero Avatar, senza la fascinazione da cinematografia – è un mezzo di piacere, non un fine affettivo.
Il cyber amore diventa un anti-depressivo, un confidente, uno psicologo in chat – sempre online – un ansiolitico.
Colui che da la buona notte, il buon giorno, con tanto di cuori lampeggianti.
Colui che nutre le fantasie e l’immaginario erotico, ma che non inquina con le sue necessità reali.
In realtà un amore senza corpo, e senza progetto, è il figlio di un Dio minore dell’intimità.
È un amore part time.
Un amore schizofrenico.
Un amore che depaupera di energie psichiche e che nutre la solitudine.
Ricapitolando: chat si, ma non solo.