Sarà un Natale senza nonni e senza genitori, perché chi ha la fortuna di averne ancora due, uniti alla nuova famiglia, diventano più di quattro ospiti in casa. Severamente vietato dal nuovo Dpcm. Chi ha una famiglia allargata (ormai in tanti) dovrà restringerla, non si sa bene come. Dovrà seguire la logica del buon senso, fare un sorteggio o un sortilegio, tirare un dado: attuare comunque una strategia salva cuore e salva legami del cuore.
Sarà un Natale senza regali, perché non ne abbiamo voglia o non ci sembra il caso di spendere in un clima di incertezza.
Sarà un Natale senza viaggi e senza fughe, perché tra una zona gialla che diventa arancione e poi rossa dove tutto si ferma non si può andare da nessuna parte.
Sarà un Natale senza cenoni, senza festa, senza rituali. Senza bar e senza i regali dell’ultimo minuto. Sara un Natale senza il nostro ristorante preferito, o la classica tavolata in campagna della zia dove ognuno prepara qualcosa e ci si incontra tutti, almeno una volta l’anno per fare un ripasso dei legami, dei non legami, dei figli nati, di quelli laureati o sposati o separati, di chi non c’è più.
Sarà un Natale senza abbracci e senza baci. Un Natale senza le persone, un Natale in assenza.
Ma sarà un Natale “con”, con quello che non pensavamo di dover incontrare proprio per Natale: noi stessi.
Sarà un Natale in compagnia di noi stessi, quindi, niente recite a copione ma tanti bilanci e tanta onestà del cuore. Sarà un Natale in compagnia delle nostre paure e fragilità: non si potrà scappare là per non essere qua.
Sarà un Natale con i nostri cari che più cari non si può. Sarà un Natale con le emozioni. Con le scelte. Con le quattro mura di casa che non saranno alberi, come cantava Gino Paoli, ma pareti.
Ma nonostante ciò sarà Natale.
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