Si mangia per fame e anche per noia. Si mangia per amore e per mancanza d’amore. Per stemperare il dolore e la nostalgia. Si mangia per solitudine e per un eccesso di compagnia. Si mangia per stress, per paura e per attraversare lunghe e immobili notti insonni.
Quando un buco in pancia o nel cuore, o in entrambi, prende il sopravvento, si mangia.
Il cibo, con la sua silente e profumata capacità seduttiva e regressiva, accarezza le anime fragili, stempera falsamente la solitudine, rilassa e gratifica.
Abbraccia e consegna al sonno e al pieno. Millanta false compagnie e false compensazioni. Si traveste, imbroglia, sfoglia i ricordi e le mancanze. Diventa un ammortizzatore, un dosso, un rallentatore. Una vertigine e un baratro. Tarpa le ali alle emozioni e alle relazioni; regala grasso a dismisura per proteggere il cuore dagli intrusi o dai pericoli.
Durante le mareggiate della vita svolge un ruolo di anestetico, così, talvolta si fa conforto, altre volte mancanza, altre volte ancora desiderio.
C’è chi lo preferisce al sesso e al partner; la bocca diventa l’unica zona erogena sino ad obbligare ad attuare quella malsana compensazione che erotizza l’arte del mangiare.
La sua presenza invasiva e pervasiva nelle nostre vite sfocia in un duello continuo con l’ago della bilancia, con la taglia ideale e con i jeans ideali e idealizzati.
Alcune volte riempie dei vuoti, altre volte crea voragini.
È l’odore d’infanzia. Un utero caldo nel quale rifugiarsi. Un amante, un compagno, un amico, finanche uno psicologo amatoriale.
È il ricordo del seno materno che nutre e che consola, il cui odore diventa un itinerario olfattivo, una bussola primitiva: il sapore d’infanzia. La memoria olfattiva e del cuore quando se ne sente il bisogno.
Il controverso rapporto con il cibo diventa la genesi di due tarli della psiche: l’anoressia e la bulimia. Le malattie dell’amore e del vuoto. Il cibo in questi casi diventa cibo rifiutato e cibo ingurgitato e poi vomitato. Diventa ferite d’infanzia e fame d’amore. Ossa che sporgono e che rassicurano, vestiti larghi che confortano e che nascondono.
Il vuoto che diventa pieno per poi diventare vuoto non passa con massicce dosi di cibo, ma con massicce dosi di Amore.
Il vaccino contro la dipendenza da cibo è una pozione magica d’amore e di cura, e niente altro.

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