Oggi una mia paziente mi ha portato in studio i due estremi del suo cuore. I due poli opposti che attanagliano la sua esistenza. Che la tirano come due funi contrapposte e che, in fondo, la fanno rimanere sempre sul posto, immobile: un amore senza casa e una casa senza amore.
Gilda, nome di fantasia, vive in una casa senza amore, con un uomo che ha sposato tanti anni addietro, di cui ha totalmente smarrito il ricordo.
Negli anni di incuria e di inedia si è abituata a tutto. Ha sofferto. Ha imparato a subire le ingiustizie più efferate, a somatizzare, a non parlare più. Si è rassegna al dolore. Si è concessa alla solitudine. Si è abituata finanche all’abitudine.
Ha scelto per paura e per mancanza di coraggio una casa senza amore, e l’ha abitata.
Poi, un bel giorno con il futuro negli occhi e il passato ancora nel cuore ha incontrato Luigi, come di fantasia, che è diventato stabilmente un amore senza casa. Con lui ha ricominciato a respirare, il suo cuore ha ripreso a batterle in petto, la sua pelle è tornata ad essere luminosa, ha iniziato ad amare nuovamente.
Un amore così non lo aveva mai conosciuto. Aveva ricominciato ad assaporare gli abbracci, quei luoghi alchemici nei quali abitare, e i baci, quelli di passione, di desiderio, di dolcezza e di appartenenza. Finalmente Gilda era nuovamente viva.
L’amore senza casa, però, non ho avuto la forza e la stabilità per spodestare la casa senza amore.
Così, Gilda è rimasta intrappolata tra i due estremi opposti senza sapere che l’uno esiste perché c’è l’altro e l’altro rinforza l’uno.
Con fatica e coraggio, ha scelto la strada dell’introspezione. Sono sicura che insieme riusciremo a risolvere il dramma dell’immobilismo che ammanetta il suo cuore alla solitudine più profonda.
Chi ha piacere di ricevere i miei scritti e video in e-mail, può iscriversi in maniera gratuita alla mia newsletter settimanale e al mio canale YouTube.
Chi ha una questione di cuore da raccontarmi e gradirebbe una risposta può scrivere qui.
2 Commenti. Nuovo commento
In questa storia mi ci ritrovo molto, ma io immediatamente ho scelto.
Ho scelto l’amore senza casa, ho lasciato mio marito e sono rimasta intrappolata in un’altra storia incompleta, bellissima, che nutre giornalmente la mia anima ma senza alcuna progettualità.
E nel frattempo continuo a lavorare su me stessa per arrivare al momento in cui sarò in grado di scegliere una casa con amore (o un amore con casa) che mi permetta di vivere finalmente qualcosa di “completo”.
Grazie per il suo racconto.
Buon cammino verso quella cerniera chiamata completezza.