Tu donna, vivrai nella morsa del giudizio

A volte mi chiedo perché? perché accade ogni volta? In tutte le circostanze. Con tutte le donne.
Quando una donna – brutta, bella, giovane, anziana, che invecchia bene o male, normopeso o sovrappeso o che non si cura del suo peso, in barba al body positivity – fa qualcosa e ha contenuti, viene valutata ferocemente per l’apparenza e la fisicità e non per i contenuti.
Accade sempre, in tutti i contesti. Tutti si sentono in diritto di farlo: di scrivere, commentare, attaccare e sbranare. Non si sa poi il perché. È troppo truccata. Poco truccata. Ma come si veste? Troppo scollata. Sembra una suora o una poco di buono (e voglio essere educata). Sembra rifatta. Ma perché invecchia? Troppo brutta. Troppo affascinante. Troppo grassa, troppo magra. Seduttiva. Respingente. Troppo o troppo poco. Sempre.
E poi si passa al suo privato.
Ricopre quel ruolo o quell’altro perché si è concessa a quell’uomo o a quell’altro o a entrambi. Sarà sessualmente disinibita? inibita? E così via.
Heather Parisi e Sarah Jessica Parker sono state crocifisse perché hanno deciso di invecchiare senza ritocchi. Sabrina Ferilli e altre donne della tv anche, ma per il motivo opposto.
Non amo il femminismo e non è mia abitudine scriverne, però spesso mi chiedo perché questo cicaleccio aggressivo non accade mai con un uomo. Ma proprio mai. Un uomo che va in televisione, sui social o ha una visibilità importante va ascoltato per i suoi contenuti e per il messaggio che veicola, non viene guardato con la lente d’ingrandimento del giudizio.
Se ascoltiamo un uomo, lo ascoltiamo e non lo valutiamo mai per il suo modo di vestire o di apparire. Non ci poniamo domande sul suo privato – a meno che non ci piaccia o ci interessi proprio tanto -, se va a letto con una, due, sette donne o uomini contemporaneamente, se è audace, un prete, sessualmente disinibito e ricorda il porno o è tiepido e noioso.
Anzi, uomini come Platinette e Drusilla, rispettivamente Mauro Coruzzi e Gianluca Gori, li abbiamo osannati, ascoltati e idolatrati perché travestiti da donne, perché eccessivi, e li abbiamo ascoltati in religioso silenzio, senza giudizio, senza commenti feroci. Il paradosso dei paradossi.
Giornate internazionali sulla donna e contro la violenza a quanto pare non bastano. Perché offendere, screditare o valutare una donna è violenza.
Forse bisognerebbe instituire una giornata internazionale dell’educazione e del rispetto e perché no del silenzio.

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1 Commento. Nuovo commento

  • Ritengo fantastico instituire la giornata del silenzio. Ma vi rendete conto cosa comporterebbe?
    Un digiuno di parole, di critiche e giudizio; incredibile.
    Una sola anche solo un’ora, un’ora di assoluto silenzio.

    Rispondi

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