Ho immaginato di prestare la mia penna a Lara, nome di fantasia, donna ancora innamorata ma a un bivio della sua esistenza.
Tu sei i miei ricordi. Sei la pizza del sabato sera dopo una settimana di fatiche e di corse. Sei la serie tv sul divano e la coperta che ci avvolge ogni sera. Sei quel viaggio in Argentina e le risate come colonna sonora delle nostre esplorazioni.
Sei quel test di gravidanza negativo e sei le mie lacrime per il vuoto. Sei il cuore lampeggiante che mi raggiunge di buon mattino quando arrivo in ufficio, che si fa abbraccio, cura, ti penso, ci sono.
Tu che sei gli ultimi dieci anni della mia vita, e io che sono i tuoi dieci.
Adesso non so più bene chi sono, se quella di prima o quella di adesso, ma so che mi manca la donna di prima e anche quella di adesso, e forse anche quella che potrei ancora diventare.
Dolce amore mio – perché rimarrai tale a prescindere dalle decisioni che prederemo, e lo sarai anche dopo, se ci sarà un dopo -, adesso sto male. Sono confusa. Angosciata. Nervosa e intrattabile. Mi sento respingente, colei che non ha più nulla da dare e da dire. Avrei bisogno di tutto e di niente. Di te e di stare senza di te. Ho paura di perderti e so bene che così ti perderò. Mi sento arida e sola, più del solito, più della solitidine che solitamente posso sopportare e più di quella che amo profondamente e che respiro per sopravvivere al rumore del fuori.
Il baratro è sempre di fronte a me e mi ricorda che esiste, ma forse è dentro di me.
A volte penso che senza obblighi, vincoli, pizze del sabato sera e ruoli mi sentirei libera, altre volte vuota.
In ogni caso ti dico grazie.
Grazie per la pazienza e la presenza. Grazie per quell’ascolto silenzioso e profondo, per la pizza del sabato sera e per la coperta. Grazie perché sei i miei ricordi e io i tuoi.
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