Una carezza mancata si fa abitudine. Silenzi al posto delle parole. Labbra serrate al posto dei baci. Regole e ruoli. Mancanza d’amore e di cura. Dosi massicce di solitudine pur stando in coppia o in famiglia.
L’amore non è una cosa semplice; c’è chi lo vuole liquido e senza progetto, chi lo esige solido e longevo. Chi scappa e chi resta. Chi tradisce e chi ripara.
Il modello del passato, senza dubbio, ci modella, ci plasma a suo piacimento, ci spinge in direzione ostinata e contraria. Ci inquieta, ci maltratta. Ci tiene a sé, ci lascia liberi. Non è mai indolore o insapore. Non passa inosservato. Talvolta si incista, diventa una spina irritativa nel fianco, una trappola, altre volte un trampolino.
Un figlio non amato, nella peggiore delle ipotesi, sarà un genitore come il suo, ripeterà il copione di non amore che ha ricevuto in dote. È stato male lui, fa stare male suo figlio. Annaspa nel disagio, non sa come si fa ad amare, non sa accarezzare, baciare, parlare.
Nella migliore, amerà a dismisura per paura di ripetere antichi e dolorosi sentieri del cuore. Così, i silenzi subiti diventano fiumi di parole, gli schiaffi si fanno abbracci, le parole aggressive e offensive diventano nutrimento, amore, cura.
Un partner che ha sofferto per amore, nella peggiore delle ipotesi, affinerà l’arma della diffidenza e indifferenza, appenderà il cuore al chiodo. Tradirà a sua volta e lascerà prima di essere lasciato, come profilassi dell’abbandono. Nella migliore, amerà di più, meglio, senza dossi e rallentatori, senza riserve e censure. Si farà amante, si lascerà amare, si farà corpo e parole. Mai silenzi, mai abusi, mai soprusi. Non ci saranno maschere e bugie, ma ascolto e presenza.
Chi ha sofferto per amore – genitoriale o coniugale – cercherà di dare quello che non ha mai avuto per diventare la versione migliore di sé stesso. Diventerà il genitore che non ha avuto, il marito (o la moglie) che non ha avuto e che avrebbe voluto avere.
Farà incetta di atttenzioni e cure.
Perché amore non è mai soltanto amare. Il primo accade, il secondo si fa.
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