Una donna che mette alla prova la sua coppia, un uomo che si dimena in confessioni audaci e in acrobatiche prove generali di introspezione, spiagge invoglianti e sguardi sognanti.
Simona Ventura (dal 16 settembre 2020 Alessia Marcuzzi) sempre più empatica indossa uno sguardo truce, inquisitorio e, per concludere, da giustiziera della notte, nel tentativo di catturare l’attenzione di chi, come me, guarda distrattamente la tv mentre sparecchia.
Emozioni in abbondanza e pseudo processi identificativi per tutti, a portata di telecomando.
Questi sembrano essere gli elementi di Temptation Island, un seguitissimo programma televisivo.
Un motivo pur ci sarà per questo mettere piazza i fatti privati.
Sino a non troppo tempo addietro i tradimenti venivano mistificati, appuratamente deposti sotto il tappeto del silenzio, come la famigerata polvere, e nei casi più gravi e incontrovertibili, la corsa al legale diventava inevitabile.
Tra le derive della modernità abbiamo la pubblicazione in tempo reale di ogni vissuto, emozione, sofferenza e corna incluse.
Qualcosa non mi torna, perché, in realtà, chi non ha pudore dei propri e altrui sentimenti, non ne ha nemmeno la profondità.
Banditi il pudore e la riservatezza, trasferiti nella terra dei cari estinti, regnano sovrani i sentimenti a tinte forti, intensi e audaci, forse, surreali.
Flirt a prova di sensi di colpa, liti accese e pubbliche – o forse pubbliche, quindi accese -, enfatizzate da lacrime e da grida, e il gioco è fatto.
Anche l’amore diventa una merce e approda nell’isola che non c’è: la terra della pornografia dei sentimenti.
Sorrisi e ostentazioni, sguardi e ammiccamenti, lacrime e nostalgia, notti insonni o d’intimità, tutto sotto la luce dei riflettori.
Da innamorata dell’amore, ben consapevole del suo potere e della sua magia, non riesco ad arrendermi ai messaggi di non-pudore che i media ci propinano come una dose di veleno quotidiano.
Il pudore è il luogo dove le emozioni acquistano dignità, dove vengono riconosciute, elaborate, e vissute.
Il resto è la brutta copia dell’amore, ed è la sua più grande profanazione.
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