Il fatto è accaduto al liceo Tasso di Roma, ed il professore insegnava storia e filosofia.
Immagino che qualunque genitore sia in pieno diritto di scrivere una lettera con questi, possibili, contenuti.
“Caro Professore,
noi le affidiamo i nostri figli, e figlie.
Ci fidiamo di Lei e di chi svolge il suo lavoro, secondo scienza e coscienza, come si dice per chi fa il mio di lavoro.
I ragazzi vanno accompagnati durante la crescita, educati, contenuti o rimproverati quando serve, ed anche sedotti.
La seduzione di cui parlo però, é una seduzione mentale, cognitiva, ed emotiva, che nulla ha a che vedere con l’erotismo ed il corteggiamento di pelle e di sensi.
Un professore deve sedurre, come il pifferaio magico, per far sì che con il suo modello intellettivo, che trasuda cultura e curiosità, possa lasciare tracce del suo passaggio nella vita dei suoi ragazzi.
I ragazzi, caro professore, non vanno corteggiati, né insidiati.
Non si scrive loro nessun sms – tantomeno 2.600 -, né simpatico, tantomeno audace, provocatorio o minaccioso.
Il suo ruolo è un ruolo di grande responsabilità.
Qualunque cosa le sia accaduto, qualunque fremito lei abbia provato, smarrito o ritrovato, di certo questa ragazzina, i suoi genitori, ed anche i suoi colleghi, non si scorderanno mai più di Lei.
Una mamma”.
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