Anziani e sopravvissuti hanno molto da raccontarci e insegnarci.
Coniugare la parola sopravvivere – stato d’animo di chi ha scampato un pericolo mortale – con la parola amore -,sentimento elitario che scalda il cuore ed aiuta a crescere – sembra un esercizio di fantasia, anzi, un’eresia.
Eppure, si può anche sopravvivere a un amore.
Non tutti gli amori sono sani, e non tutti scaldano il cuore.
Alcuni, invece di accompagnare all’altare, accompagnano alla morte.
Vittima e carnefice sono del tutto allo scuro delle dinamiche del loro amore, sono ignari delle manipolazioni psichiche e mentali che muovono le fila di questo sentimento.
Né vittima né carnefice sanno di esserlo, e non conoscono nessun altro modo di amare oltre al proprio.
Il carnefice pensa di soffrire per amore: crede che la sua donna gli causi sofferenza e disagio, che lo ammanetti alla gelosia, e che l’aggressività non voluta sia l’unica soluzione per tenere a sé l’oggetto del suo desiderio.
Contro tutto e tutti, anche contro se stesso, contro la sua stessa qualità di vita e libertà.
La donna amata non sa di essere una vittima, lei ama e viene amata, non pensa che l’amore sia altro.
Molto altro.
Si accontenta, non decodifica, non è consapevole, non distingue un amore da un calesse.
Un insulto – per il suo bene, ovviamente – da un complimento.
Uno strattone da un abbraccio vigoroso.
Il possesso dalla protezione.
L’impulso dall’istinto.
La perseverazione dal corteggiamento.
Nemmeno lei è libera: è imprigionata nella sua fame d’amore.
Un tarlo atavico che parte dalle terre dell’infanzia e si nutre di amori sbagliati e di coazione a ripetere.
La vittima prescelta è stata amata male, ama peggio.
Non conosce la qualità di questo sentimento, e se dovesse ricevere uno strattone, o forse due, con il rischio di una coltellata postuma, indosserà i panni della colpa.
Esattamente come quando da bambina soffriva per un abbraccio evaso o un mancato bacio della buona notte.
Cosa fare in questi casi?
Come poter mettere un lucchetto alla deriva dell’affettività e della coppia?
Media e clinici a braccetto affinché il dolore non si trasformi in silenzio, e nessuna donna muoia.
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