Cara Dottoressa,
ho 38 anni e soffro di tante patologie, tra cui la dipendenza affettiva.
Ho patologie che potrebbero portarmi a cecità, alla tendenza a fidanzarmi con ragazzi molto problematici, in primis che soffrono di problemi di alcol (problema di cui soffre mio padre).
Ad oggi mi sento irrealizzata e ho tanti sensi di colpa per non aver accettato a suo tempo uomini sani e che mi avrebbero voluto veramente bene. Non ho realizzato una famiglia e non ho figli, spesso e volentieri invidio le coppie felici e rimpiango il passato.
Come posso uscirne? Anche se oramai è tardi per tante cose.
Il tempo scorre e indietro non si torna!
Gentile Lettrice,
rimanere lettrice e non trasformarsi in paziente non aiuta. La latitanza della cura – perché anche un cuore zoppo si può curare! – tende a far cronicizzare le problematiche e a rendere la sua vita buia e sofferente.
Non è facile, quando non si sta bene, scegliere partner sani. Quando si ha fame d’amore si tende a prendere quello che passa, senza scegliere, senza guardarsi dentro, senza avere il coraggio di dire no per paura del vuoto.
Le scelte d’amore, affinché siano scelte sane e luminose, devono seguire un percorso di chiarificazione interiore e di guarigione profonda.
Fatto ciò smetterà di essere attratti come una calamita da chi le fa e farà solo del male.
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