Lettera immaginaria di una donna – ma potrebbe essere anche un uomo -, mia paziente, al suo ex amore.
Vorrei smettere di pensare a te. Smettere di piangermi addosso, di darmi le colpe della nostra separazione e del mondo, e di recriminare invano. Vorrei smettere di sentirmi come un criceto su una ruota e trovare nuove rotte e nuove mete.
Vorrei saper ricominciare altrove, esattamente come hai fatto tu, con la tua stessa maestria, con la tua stessa destrezza e noncuranza.
Vorrei non dover far finta di amare ancora, altro e altrove.
Vorrei non dover baciare un uomo che non sei tu e farmi mancare l’aria per l’angoscia. Vorrei essere leggera come te, riuscire a mangiare del sushi, quel sushi, il nostro sushi, seduta a un tavolo con altro da te senza farmi venire il magone e pensare a te.
Vorrei saper condividere una colazione al bar con la stessa facilità con cui tu riesci a condividere un letto. Vorrei abitare dentro un nuovo abbraccio e non sentirlo come un tradimento, un’invasione, una coercizione. Mi piacerebbe sapere come hai fatto. Ci sono domande-trappole che non mi lasciano vivere in pace, così parlo con me mentre parlo con te.
Quando sei andato via davvero senza che io me ne accorgessi? quando hai smesso di guardarmi e anche di vedermi? di fare l’amore con me pensando e desiderando davvero me? Perché se adesso sei libero e felice, e hai il cuore sgombro dai ricordi e dalle mancanze, forse non ci sei mai stato, perché io continuo a morire di dolore.
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