Quella fusione che seduce e fa paura

L’amore seduce e atterrisce al tempo stesso. L’intimità, seppur ammaliante e deflagrante, per alcune persone e personalità può divenire causa di un indebolimento dei limiti di sé. Alcune mie pazienti, per esempio, mi raccontano di avere la sensazione che l’altro entri dentro di loro e questo le fa tremare impaurite.
Quando le relazioni fagocitano diventano rischiose e destabilizzanti.
Alcuni persone hanno quasi un bisogno cocente di fondersi con l’altro, perché alla giusta distanza sentono freddo e hanno fame.
La fusione consiste nel delegare all’altro ogni responsabilità è anche ogni forma autonomia.
Giorgio, nome di fantasia, durante la sua prima consulenza mi racconta con voce accorata che senza Laura lui non vive. Non respira. Non si regge in piedi. Non esiste. Quando è in sua compagnia si rianima e si illumina. Continua dicendomi che nonostante la loro meravigliosa fusione sente di sentirsi affamato e che la presenza di Laura non gli basta mai: si sente fragile, piccolo, debole, anche quando è in sua compagnia.
Emblematica è la storia di Claudia, nome di fantasia, che dopo quattro esperienze sentimentali negative mi consulta perché si sente sola.
Dall’analisi della sua situazione sentimentale emerge chiaramente il bisogno di essere dominata, e di delegare all’uomo che ama anche la sua sessualità, oltre che la sua vita.
È una donna che ha paura di amare, di desiderare e di essere adulta e autonoma. Anche l’attività sessuale gradisce che le venga imposta dall’altro, soltanto così il senso di colpa sarà meno schiacciante.
Claudia, come Giorgio, hanno in comune una fragilità dei confini del sé e il bisogno – malsano – di fondersi con l’altro.
L’antidoto esiste e si chiama giusta distanza. Quel difficile e faticoso equilibrio tra fusione e separazione, tra dominanza e sottomissione, tra brivido e baratro.
Spingersi nell’altro con dolcezza, lasciando spazio ma non distanza.

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