Ci sono carezze e carezze. Ci sono carezze che si fermano in superficie e altre che vanno in profondità. Ci sono mani che fanno finta di toccare, mani che hanno paura di toccare e mani che non toccano. Ma ci sono anche mani parlanti. Quelle mani che vanno sino in fondo, oltre la pelle, oltre le paure, oltre le sofferenze e le richieste mute.
Ci sono mani refrattarie al tatto e al contatto e mani collegate al cuore, che pur rimanendo in superficie vanno in profondità verso l’invisibile.
Ogni mano è strettamente connessa alla storia di vita e del cuore del legittimo prioritario.
Tra le dita che toccano e la pelle destinataria del tocco può esserci uno spazio intermittente in perfetta sintonia con le ferite della pelle e del suo contenuto, può non esserci nessuno spazio, così come può esserci uno spazio abissale, infinito, incolmabile.
Lo spazio del tatto può durare a lungo, anche dopo, anche per sempre verso un tempo infinito, o estinguersi subito, a polpastrello ritratto.
Ci sono poi le carezze sui graffi della vita, sul cuore che ancora duole, sulla pelle che non è mai stata accarezzata. Quelle sono le carezze che riparano, che aggiustano, che ricuciono gli strappi e restituiscono alla vita.
E poi ci sono le persone.
Chi non sa accarezzare, che non ha ricevuto a sua volta nessun abbraccio o cenno di tenerezza quando era bambino, che non sa cosa sia un abbraccio, cosa sia abitare dentro un abbraccio e respirare a pieni polmoni e a cuore spalancato una carezza, o cosa sia ricominciare a sentire e vivere grazie a un abbraccio, a quell’abbraccio, dentro una carezza vera.
Ci sono persone che brandiscono mani per tutti, come se fossero bandiere al vento.
Finte, tutte uguali, superficiali e abusate, sprovviste di intensità e autenticità. Carezze superficiali e galleggianti che non partono da nessun luogo intimo e non arrivano in nessun luogo intimo.
E chi, invece, blandisce con mani e parole. Coloro che accarezzano la pelle per accarezzare il cuore. Ed ecco che appaiono i brividi e si creano i ricordi.
Queste sono le persone che amo. Poche ma vere. Chi accarezza sino in fondo e non ha paura di farlo.
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4 Commenti. Nuovo commento
…la sua incredibile capacità di esprimere il sentire con le parole… Una riflessione bellissima, grazie!
Grazie a Lei!
Un caro saluto
Lei ha proprio una grande sensibilità, mi piace molto leggere i suoi articoli e questo sito sembra un’oasi di internet.
Grazie per le belle parole.
Ho cercato sin dall’inizio di renderlo diverso dai siti fatti soltanto per avere un ritorno di pubblicità.