Le storie di vita dei miei pazienti, le mie parole.
Questa volta ci avevi creduto. Era diverso. Era un abbraccio. Era poesia. Era amore.
E invece eri sola con la tua solitudine, con le tue solite fragilità, con il tuo essere zoppicante. Esattamente come sempre.
Cerchi sostegno e supporto, traslochi dentro una coppia incertezze e paure, angosce e bisogni. Una dote affettiva tanto ingombrante quanto invalidante.
L’amore si traveste da surrogato affettivo, da reciproco rattoppamento delle rispettive infelicità.
Diventa l’incontro tra due solitudini e tra due voragini psichiche. Tra due disagi. Tra due malanni. E si schianta sul primo muro che incontra.
I protagonisti di questi amori affamati non sono consapevoli di quello che portano in dote dentro la coppia. Pensano che a loro non sarebbe mai successo. Pensano che lui, lei, insomma loro, erano destinati a un amore eterno (a un eterno amare). Diverso. Unico.
Gli amori asimmetrici con la loro aura di seduzione edipica e ipnotica, diventano una storia d’amore tra sofferenze e tarli d’infanzia: l’incontro tra due fragilità, tra due mondi diversi che immaginano di appartenersi e di aiutarsi.
Che pensano, maldestramente, di curarsi vicendevolmente e di cicatrizzare, in nome dell’amore che tutto può, le ataviche ferite e i fallimenti di altri amori naufragati. I fantasmi però non vanno via facilmente, non si fanno distrarre da nuove emozioni. Riposano in pace quando il legittimo prioritario imparerà a camminare sulle sue gambe e a non avere più bisogno di loro.
Sulle ceneri di un dolore e sulle lacrime ancora in corso per un precedente amore non nasce niente. Nessun chiodo scaccia un altro chiodo; quando pensa di farlo, rinforza il precedente.
La bulimia amorosa diventa portatrice sana di ingorghi affettivi e di amori malsani; il cammino continuo tra i viali della propria solitudine e le grotte della propria psiche diventa invece un buon compagna di vita e di viaggio.
Senza fantasmi e senza rattoppi.