Ho prestato la mia penna a una donna, mia paziente, che dopo varie delusioni amorose desidererebbe lo straordinario nell’ordinario.
Cerco occhi che sembrano mani.
Cerco cuori impavidi che amano andare contro vento. Cerco persone uniche e fedeli, che mantengono le promesse prese. Persone che restano. Persone che non fluttuano al vento e che non si fanno distrarre dal canto delle sirene della novità e della gioventù. Persone che non si spaventano, che non scappano.
Cerco persone disposte a rischiare e mentre rischiano investono, scalano le montagne, concimano, curano, riparano dal sole cocente e dagli acquazzoni improvvisi ciò in cui credono.
Persone da respirare, il cui odore ricorda il pane appena sfornato e il rosmarino appena raccolto.
Persone che hanno fatto pace con il loro passato e che non si nascondono dietro il mantello del vittimismo per non amare più, per non credere più, per non essere più.
Persone coraggiose e risolte che rispettano il loro passato, anche se doloroso, ma che non lo utilizzano.
Che a volte, come tutti, hanno anche voglia di andarlo a trovare con qualche pensiero grato, ma che in fondo lo fanno riposare in pace per evitare che si faccia minaccia per il presente.
Persone che non rinnegano il loro ieri, ma che sanno anche digli grazie o chiedergli scusa, e andare avanti senza torcicolli emotivi o sessuali.
Persone che non devono vedere per credere, ma che sanno sentire per amare e amare per sentire.
E poi chi lo ha detto che si deve vedere con gli occhi? e se gli occhi servissero per accarezzare? per rassicurare? per emozionare?
E si potesse vedere con le orecchie, con l’utilizzo sapiente delle parole e dell’ascolto e anche delle mani?
Quando si ama si sente sempre l’invisibile. Esiste infatti quel filo invisibile ai più ma visibile ai protagonisti dell’amore che crea un legame. Quella continuità tra emozioni ed emozioni, tra fiati e labbra, tra un corpo e un altro, che rende speciale un incontro e che lo candida alla longevità. Anche e soprattutto nell’assenza, nella distanza, con le spalle girate, di schiena, ad occhi chiusi.
Senza avere paura del dopo che con le sue verità infarcite di tempo possa svelare e spiegare il prima.
Ecco, vorrei un amore così: con occhi che sembrano mani.
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