Le punizioni si alternano alle riparazioni.
Le parole ai silenzi. Gli abbracci al rumore dell’assenza.
La passione diventa tormento, e il tormento passione. Il caos regna sovrano mentre si traveste da sentimento.
Tutto diventa tumulto, mare agitato, deriva. Fame e digiuno.
Paura e bisogno di rassicurazioni, fame d’amore e indigesti.
Eccesso e vuoto. Vette e abissi.
Seguono e si susseguono insulti e abbracci.
Prove del nove, minacce e cure, nuovi maltrattamenti.
Una danza seduttiva e infernale che diventa ragnatela e che consegna alla dipendenza.
I comportamenti maldestri come i suoi pensieri, rendono il narcisista l’incontro più atroce che ci sia.
Poi, un bel giorno, qualcosa si frantuma, e anche il cuore più devoto diventa rabbioso, ribelle, anarchico.
C’è un confine tra l’amore e la sofferenza che dipende dalla storia emotiva di ognuno di noi. Ma esiste un punto magico, miracoloso, propiziatorio: quello di non ritorno, che inchioda alla verità.
Amare un narcisista è l’espressione di una difficoltà, non la magia di un incontro.
Ma tutto ha un senso nella vita, anche la sofferenza. Grande maestra di vita.
Una lettrice mi scrive: “Oggi mi sono imbattuta in questo articolo e continuo a leggerlo per sentirmi meno sola”. Queste parole incarnano il senso della scrittura e la forza di un abbraccio di carta o word.