Uscire di scena così, senza le lacrime delle persone care o degli amici, senza un funerale e dei fiori, senza la luce perpetua, consegna all’invisibilità.
Ma lui, il signore che è andato via in silenzio, senza fare rumore, ha lasciato il segno, a posteriori, nel suo testamento. Lascia tutti i suoi beni al comune, alle persone in difficoltà, a chi soffre di solitudine ed è invisibile, a chi non ha nessuno che si preoccupi per lui.
Questa è la storia di Eugenio Mirandola, scomparso a 71 anni nella sua casa di Conegliano, in provincia di Treviso, lo scorso agosto e ritrovato solo una decina di giorni dopo la sua morte.
Nessuno ne ha parlato. Una morte così silente e solitaria, non ha scandalizzato o scosso nessuna coscienza. Adesso con il suo testamento che racconta del suo progetto post-mortem, il signor Mirandola trova uno spazio su quasi tutte le testate.
Una serena morte è quella che avviene circondati dai propri cari, in un’atmosfera di serenità e pacificazione, con un addio ritualizzato che offra lo spazio e il tempo per dirsi addio.
Da soli, senza nessuno e per di più senza che nessuno se ne accorga è un affronto alla vita vissuta.
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