Dopo essere sopravvissuti all’abbraccio virtuale di messaggi di perfetti sconosciuti che millantano la nostra approfondita conoscenza augurandoci amore, pace ed ogni bene, proseguiamo con l’invasione barbarica dei messaggi per la festività della Befana.
Questi però, sono più o meno tutti, dalla dubbia simpatia e dal certo cattivo gusto.
La maggior parte di essi, hanno un contenuto denigratorio della figura della donna – associata ad una Befana, quindi brutta e minacciosa – gli altri invece, fanno riferimento alla sessualità.
Il contenuto, più o meno audace o più o meno sgradevole, dipende dalla personalità dell’autore, ma anche in questo caso, abbiamo i falsari, i ladri di contenuti, i chattatori compulsivi, e le solite, drammatiche e minacciose, catene di Sant’Antonio.
E poi, perché la Befana deve essere donna?
E perché mai dovrà essere, maldestramente ovviamente, alla guida della sua scopa?
Le icone al femminile che ci vengono tramandate dalla letteratura e dal folclore popolare sono tutte dalla indiscussa pericolosità e dalla dubbia moralità.
Ne cito soltanto alcune:
Pandora, ribelle ed anarchica, che facendo arrabbiare Zeus scoperchiò il vaso che custodiva tutti i mali del mondo – vecchiaia, morte, malattie, gelosia, pazzia e vizi capitali – Eva, con la sua mela, tentatrice e disobbediente (non abbiamo ben capito perché la donna sarebbe dovuta essere sempre “obbediente” ) -, ed ancora, Lucrezia Borgia, una vera mantide religiosa.
E per finire, la Befana, dall’inquietante fisicità.
Ma quanto è difficile essere donne?
Nell’immaginario collettivo, soprattutto maschile, siamo punitive, accuditive, infermiere o badanti a costo zero, madri o mantidi religiose, amanti o mogli, belle o befane.
Un affettuoso saluto da una donna a tutte le donne.
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