Già il cognome, d’arte suppongo, è tutto un programma.
Una crasi all’insegna delle doppie abusive e un trionfo del cattivo gusto.
Ho riflettuto a lungo se vietarle il concerto, ricettacolo di confusione, ragazzini urlanti, ubriachi e fumati, ma poi mi sono detta che ogni proibizione amplifica il desiderio, e non era proprio il caso di far diventare il presunto autore l’oggetto del desiderio.
Ho cercato, forzatamente e con grande scetticismo, di ascoltare i suoi testi.
Missione impossibile.
Sfera Ebbasta, oltre che essere davvero brutto e agghindato da tamarro doc, riesce a non dire niente.
Fa rime, tante, ma sono tutte parole alla rinfusa senza nessun nesso logico, travestite da pensiero.
Si atteggia a pensatore.
A oratore – la versione coatta del cantastorie -, a motivatore.
E muove le masse.
I testi sono disseminati di k al posto delle C, di X al posto del per, e di svariati obbrobri sintattici, semantici ed anche sonori.
Seguono i “fra”, perché i giovani sono tutti suoi fratelli, ed i mugolii da gatto del cassonetto affamato e moribondo.
Mi sono incuriosita e ho cercato di indossare le lenti del clinico, un motivo ci deve pur essere per così tanto successo?
Non si tratta soltanto di mia figlia, ma di migliaia di ragazzini.
Tutti letteralmente impazziti per lui.
Ho spulciato il web, e sono andata a leggere qualche testo.
Ho scelto “bimbi”.
Mi sono detta: se parla di infanzia, qualcosa vorrà pur dire.
La canzone inizia così: “Gang, gang gang
Brr brr. Zona 4. Skrrt. Tedua. C-O-G-O, Eh. Ue Ue, Izeh: Wild Bandana. STO”
E prosegue anche peggio.
Incredula e preoccupata per la salute psichica post-concerto di mia figlia, ho proseguito con le ricerche e sono stata rapita dal testo di “Serpenti a sonagli”.
Mi sono detta: parlerà di cattiveria, metterà in guardia i suoi seguaci e elargirà pillole di saggezza.
Ed invece?
Un misto di suoni, frasi sgrammaticate, ed assenza di contenuti.
“Passano le ore, ehi. Sopra il mio orologio, yah. In ventiquattr’ore, ehi. Giuro, fumo troppo, yah”
Senza farci mai scordare – se mai ce ne fosse bisogno – la quantità di canne che gli fanno compagnia quotidianamente.
Ho proseguito incredula con Tran Tran, pensavo parlasse di noia, di abitudini, insomma, di rituali.
Ed invece? Parla del nulla.
“Woo-oh-oh-ohh. Woo-oh-oh-ohh. Woo-oh-oh-ohh. Woo-oh-oh-ohh”
Terminati i vocalizzi si passa al testo, quello vero.
“Non ho mai chiesto…Chiedono: “Come stai-ai-ai-ai-ai?”Chiedono: “Come va?”, “Come va?”, “Come va?”Ma noi non cambiamo mai no, mai no, mai. Qua è sempre il solito tran tran, yeah La S, la F, la E, la R, la A”
Mi arrendo!
Spero che questo diciotto luglio passi il più presto possibile e che mia figlia e le sue amiche possano rinsavire e ritornare al buon gusto.
Un abbraccio a tutte le mamme che si trovano nella mia stessa condizione.
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