Mettere fine a un matrimonio con dignità e garbo

Il titolo di questa riflessione è tanto augurale quanto utopistico. Lavoro con le coppie da tantissimo tempo e posso dire con certezza di averne viste tante: zoppicanti, in cammino, colleriche e felicemente riparate. Alcune di loro mi hanno consultata per essere accompagnate durante il dolore del divorzio, per evitare di danneggiare e maltrattare i figli e farsi troppo male.
La nostra cultura vede il divorzio come un fallimento, soprattutto quando a provocarlo è stata l’infedeltà. La longevità di un legame viene considerata l’indicatore – talvolta unico e miope – del buon risultato del progetto coniugale, senza considerare il fatto che molte persone rimangono insieme “finché morte non li separi” pur tradendosi e pur essendo infelicemente coniugate.
Un matrimonio ben riuscito non finisce mai in una camera ardente, soprattutto ai giorni nostri quando l’aspettativa di vita e di qualità di vita è cresciuta enormemente.
I matrimoni deceduti o moribondi sono quei legami ammalati di noia e di incuria: due virus invisibili ma letali.
Quando un matrimonio o una relazione stabile ha fatto il suo corso, e quando i silenzi, gli asti taciuti o urlati prendono il posto dell’armonia e del benessere, sarebbe utile accompagnarla alla morte – o rinegoziarla – con dignità e integrità.
Un matrimonio racchiude spesso il percorso di un’intera vita: le storie di tutti i protagonisti, i ricordi con le loro intensità variabili, le esperienze fatte insieme o da soli ma stando insieme, le abitudini, i figli, gli amici che fanno da cornice al legame, le fotografie e i cibi con i loro profumi e ricette della nonna, i rituali e le case al mare. Averne cura e rispetto anche dopo equivale all’avere rispetto anche di sé stessi. Un matrimonio che finisce ricorda un cimitero abbandonato dove giacciono i morti che qualcuno ha cessato di amare.
Il divorzio, però, non è mai la fine di una famiglia, e forse nemmeno di una coppia, è la sua riorganizzazione e come tale andrebbe fatta con rispetto, buon senso e gratitudine per il passato di tutti i componenti della famiglia.

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