X. Grz. X ki nn kpisce. Xche. Nn, cn. Seguono emoticon: faccine che ridono, che piangono, che pensano. Cuori abusati e abusivi, lampi e fulmini di passione, ma in realtà regna sovrano un silenzio assordante.
Questo nuovo linguaggio da tastiera, una sorta di neoepistolarità tecnologica, sgattaiola dalla chat e dilaga a macchia d’olio.
Epidemia linguistica che pian piano, come la goccia sulla roccia, corrode pensieri, pensiero critico e laterale, emozioni e parole.
Più il linguaggio è povero e più il pensiero si sbiadisce, sino a scomparire del tutto. Praticamente implode su sé stesso.
Un linguaggio striminzito con un numero ridotto di parole, infarcito di acronimi e di emoticon, appiattisce la capacità di raccontare il vissuto e quindi di percepirlo, stempera le emozioni e di conseguenza la capacità di riconoscerle e viverle e le consegna alla sciatteria del sentire.
Se non esistono le parole, non esistono nemmeno i pensieri e il pensiero critico.
Le parole sono armi e hanno un potere enorme, deporle a favore di un linguaggio povero e piatto porta a una triste quanto pericolosa omologazione di massa. Quando le parole si riducono, scompaiono anche gli equivalenti concetti astratti e il risultato è un triste e deprimente impoverimento emotivo e concettuale.
Stiamo diventando una Short Message Society che (non) si esprime in maniera contratta e stringata, a ritmo di tastiera.
Scrivere in italiano, quindi impegnarsi nell’attività propedeutica del pensare e del pensiero, non è un delitto anacronistico e fuori moda ma una necessità di tutti gli esseri umani.
Abdicare a favore delle emoticon e della fretta, utilizzare un lessico omologato e omologante al posto delle mille sfumature delle emozioni in corsivo è un chiaro suicidio assistito.
Chi ha piacere di ricevere i miei scritti e video in e-mail, può iscriversi in maniera gratuita alla mia newsletter settimanale e al mio canale YouTube.
2 Commenti. Nuovo commento
Sono del tutto d’accordo, questo linguaggio povero e sciatto che tutto banalizza e semplifica, non aiuta ad esprimere i sentimenti ma li mortifica, li deprime, rende tutto confuso e inspiegabile.
Dove finisce la complicità delle anime, prerequisito della complicità’ dei corpi?
Cara Magda,
un affettuoso saluto.