Ci sono amori e amori. Ci sono amori che creano spazi, che aiutano a germogliare, a far nascere nuove parti psichiche; senza i quali non saremmo quello che siamo.
Ci sono amori che creano buchi, voragini, strappi, che tarpano le ali e abbassano la saracinesca sui sogni. Senza di loro non saremmo quello che siamo.
Ci sono amori che nascono nella terra del vuoto, altri dello spazio. Alcuni abbagliano, altri illuminano. I primi abitano la pericolosissima dimensione del bisogno, i secondi quella del piacere e dello scambio.
Ci sono amori che tentato faticosamente e affannosamente di riparare i buchi dell’infanzia; si travestono da psicologi amatoriali, da stampelle, da antidepressivi, sfidano le fragilità e utilizzano le vulnerabilità.
È solo questione di tempo, ma l’epilogo rimane tra i più tragici, e il loro destino non imbocca mai la direzione del per sempre. Ci sono amori che entrano dalla porta di servizio del cuore, che fanno il giro largo delle paure e delle fragilità.
Che frugano nelle terre dell’infanzia per trovare le crepe o le voragini, e farne un buon uso. Sono amori che manipolano, che seducono e che prosciugano, che ti fanno credere che si prendono cura di te ma in realtà si prendono parti di te per nutrire le loro mancanze.
Questi sono gli amori che devastano.
Senza scrupoli e senza amore, portano i destinatari di questo sentimento a perdere dignità e amor proprio e a sprofondare in un baratro di disperazione.
Ci sono poi gli amori sani, quelli che accudiscono e che regalano sorrisi, una buona dose di autostima e buonumore.
Amori che si prendono cura di te, nel rispetto e nello scambio, nella reciprocità e nel progetto. Ci sono amori che brandiscono con minacce e arroganza, e altri che blandiscono con cure e dolcezza.
Amori che contagiano angoscia e malessere, che attuano un destabilizzante travaso di parti psichiche malsane e rubano quelle sane e creative.
Altri invece che sono dei pusher di sorrisi e di emozioni.
Amare ed essere amati non è facile, così la miopia mentale che seduce e acceca porta a fare scelte azzardate, impulsive, patti d’amore e salti nel vuoto senza paracadute.
Amori sbagliati al momento giusto.
E poi ci sono gli amori in bilico: vorrei ma non posso. Coloro che si preoccupano solo di tenersi al riparo dalle intemperie della vita, in bilico tra le linee guida della ragione e gli strattoni del cuore. Sono amori prudenti, spaventati e incerti. Amori in sicurezza: amano sì, ma a intermittenza e non troppo.
L’amore rimane ancora rintanato nell’armadio dei tabù, non ci rimane altro che andarlo a trovare ogni tanto, nella segreta speranza di farlo evadere. Prima o poi.
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Ci sono amori che si fondono con la mente, quelli che terrorizzato al pensiero di un poterli ricordare col passare del tempo, quelli che lasciano un vuoto che non si può colmare con le memorie, quelli che ad ogni battito di ciglia fanno nascere una lacrima dolce ma così leggera che fa fatica a scendere sul viso e così pesante allo stesso tempo da lasciare un solco nel cuore.
Non so se questo e un amore sano o che distrugge.
Non so se giusto che completi il mio essere.
Non so se la felicita che ha dato era reale o solo voluta.
So solo che il vuoto che lascia la sua perdita é infinito e incolmabile.
Non so se si soffre di più la perdita dell’amore in se o della persona che mi ha amato.
Si odia la morte ma si odia di più la vita che va avanti senza di lui.
Non so se c’è un tempo e un modo per superare la perdita di questo amore, so solo che fa male e i ricordi ancora di più.
La fine di un amore dovuta alla morte è così distruttiva e frustrante, non c’è modo o possibilità di combattere. Per é una grande sconfitta resa più pesante dal sapere che era un utopia il pensare di poter vincere.
Quindi la domanda a questo punto è necessaria:
Che tipo di amore è quello che vivo ogni giorno , dove cerco di amare per due, dove cerco ogni segno, colore,suono,parole, che mi facciano riprovare le stesse emozioni di gioia ma che hanno come risultato questo dolore indescrivibile?
Il mio amore è durato 15 anni.
Ovviamente io ero l’amante storica.
Al 15 esimo anno, dopo aver vissuto in sordina, dopo essermi accontentata dei rimasugli, degli avanzi, dei ritagli ci incontriamo nel solito posto e mi abbandona ai piedi di un cassonetto dopo un amplesso consumato in fretta.
La sera, arriva la solita e-mail (era il nostro canale) dove mi scrive che la sua convivente (30 anni sotto lo stesso tetto) gli aveva chiesto di sposarla; così giusto per la pensione.
Lui aveva scelto di assecondarla visto che i sentimenti per me erano cambiati.
Sparisce, io sparisco.
Non riesco nemmeno a ricordare i tempi, i giorni in cui il vomito mi saliva, il dolore fisico, dolore dentro.
Dolore che si trasformava in rabbia, delusione, disprezzo, odio, vomito e ancora vomito.
Ci sono voluti mesi, anni per perdonare ed era l’unica cosa da fare per non vomitare più.
Sono passati sei anni da allora.
Ogni anno a Natale e compleanno mi inviava un messaggino con scritto auguri.
Io rispondevo sempre grazie.
Anno scorso mi scrive buon compleanno. Io rispondo “grazie ”
Maledettamente mi scappa un punto esclamativo!.
È ripartito, ha chiesto di incontrarci ancora una volta e quando ho domandato della sua vita mi ha raccontato che il matrimonio è durato solo un anno, che abita da suo babbo, nel “baratro” dove è giusto che fosse.
Ho chiesto sei solo?
” No, ho una fidanzata non ufficiale da sei anni ed è sposata.
Perfetto, quindi lui si è sposato pur avendo un’altra amante di 15 anni più giovane, sposata, per la quale ha lasciato me.
È tornato il vomito
È tornata l’angoscia di rivivere tutta la sofferenza di 6 anni fa si perché io l’ho amato, l’ho lasciato andare, gli ho regalato tutta la mia giovinezza, sperando un lieto fine.
Mi cerca, mi cerca e io non aspetto altro una telefonata, un messaggio, un incontro.
Mi fa male pensare alla mia pochezza.
Non si può amare così tanto da diventare la “sacrificale”, confidente storica.
Mi faccio quasi schifo.