La scelta del vestito, più precisamente dell’ultimo vestito, è un gesto intriso di responsabilità.
L’ultimo vestito è quello che accompagna verso l’eternità. È quello che si fa abbraccio e che accompagna il corpo che diventerà un mucchio di ossa senz’anima.
È un vestito che racconta l’identità e la personalità della persona che lo indosserà, che non c’è più e che solitamente scelgono per lei le persone care. Quelle a cui ha voluto molto bene e dalle quali è stata voluta altrettanto bene.
Come si fa a vestire una persona cara che adesso non c’è più, di cui è rimasto solo il corpo e il ricordo di quello che è stata?
Come si fa a toccare un corpo freddo, rigido, senza il suo respiro? A me sembra un’esperienza troppo difficile e dolorosa. Non sono stata in grado di farlo.
Quella stessa persona che ci ha accudito, vestito a sua volta, nutrito, con cui abbiamo condiviso compiti e merende, risate e pianti, primi amori e primi abbandoni.
Con lei va via un pezzo della nostra storia. La sua perdita ci ricorda che sono trascorsi tanti anni e che forse ne abbiamo molti di meno davanti a noi e molti di più alle nostre spalle.
E come tutte le perdite ne riattiva di altre che ancora fanno male.
Ciao zia Lia, spero che il tuo ultimo vestito ti piaccia. Grazie per tutto quello che sei stata per me e per quello che ho imparato da te.
Fai buon viaggio e salutami papà.
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