C’è chi manipola con la forza e gli strattoni, chi con le parole e gli insulti, chi con la forza del silenzio. Quello lapidario, rumoroso, ostile; carico di pioggia e di malumori.
I maltrattamenti indossano varie vesti: quelli del corpo e quelli del cuore.
C’è chi si erige a bene più grande, chi fa il Demiurgo della vita altrui – perché lui sa come si fa, cosa è giusto e cosa è sbagliato, lo fa per te, per il tuo bene; ma anche le famigerate crocerossine non scherzano a capacità manipolativa -, e chi del tuo bene se ne infischia facendolo diventare il suo.
Poi ci sono i genitori. Coloro che concimano, popolano, spopolano o radono al suolo le terre dell’infanzia dei loro figli.
Quel luogo da cui tutto parte. Da cui tutto ha inizio o frana come un dirupo sotto una slavina.
Durante il faticoso percorso della vita si incontrano tanti inciampi e burroni: le madri manipolatrici, le madri elefantesse – perché loro hanno sempre ragione, sono la ragione, conoscono il tuo bene ma non conoscono te -, le punizioni, le minacce velate o sbandierate al vento, travestire da processo educativo, i ricatti.
Poi ci sono i silenzi, gli abbracci mancanti, i baci mai dati, le parole dolci che rimboccano le coperte mai dette.
Per finire c’è il dovere. Quello che viene prima del piacere. Quello che se non lo sposi non vali niente. Quello che azzera le tue certezze e potenzia le tue fragilità. Quello che regala inadeguatezze e incertezze.
E poi, ogni tanto, c’è l’amore. Quello che trionfa su tutto. Quello che ripara. Che guarisce e che se ne infischia delle madri che hanno creato buchi, degli amori andati a male, dei se e dei ma. Quello che vuole tutto, che non si accontenta, che arricchisce il cuore e concima la mente. Quello che spazza via la noia e l’adulterio. Che non conosce enigmi, compromessi, manipolazioni, maschere. Quello che vuole essere l’ultimo e non il primo.
Perché se è amore non fa male. Mai.
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