Alcuni legami sono una bella e inutile gabbia vuota. Sono dei legami senza legami, senza catene e senza contenuti, che legano esattamente come quelli con i contenuti. Nascono con i migliori auspici: attrazione e motivazione, desiderio e condivisione, progetto e rispetto, erotismo e altruismo; e invece si scagliano contro il primo pericolo, inciampo o fatica.
Sono così: pericolosamente e drammaticamente vuoti. Nessuno dei due partner lega a sé l’altro con dolcezza e dedizione, con parole minacciose o trasformate in abbracci. Vince l’abitudine.
Quella bestia orribile, e non rara, che si insinua in ogni dove, che cammina sotto pelle per giungere in luoghi inesplorati. Occupa tutti gli interstizi, gli slanci emotivi; trascina con sé e a sé i protagonisti di quell’amore e li ingabbia nelle loro gabbie vuote.
L’abitudine prende il posto dei baci e degli abbracci, della cura e dell’erotismo. L’amore viene consegnato alla fretta, depotenziato di magia, sino ad essere del tutto cannibalizzato dal quotidiano. Le parole concrete prendono il posto di quelle del cuore, e l’abitudine regna sovrana mentre impolvera, corrode e congela i coniugi trasformandoli in ignavi amorosi.
Nel tempo si abituano al vuoto, alla solitudine, al disagio; e vivono in quell’amalgama indifferenziata di sofferenza e noia.
Nonostante le gabbie siano aperte, nessuno scappa o vola via: le abitano con arrendevole disperazione.
Le barriere psicologiche che hanno intrecciato con meticolosità e mediocrità (l’amore ama i coraggiosi) sono talmente strette da impedire talvolta di respirare, spesso di agire.
Esiste l’antidoto contro così tanto dolore: la terapia di coppia.
Quell’abbraccio, in prima battuta diagnostico e poi terapeutico, quel luogo di ascolto e cura, nel rispetto delle paure e tempi di ogni partner, che consente di trasformare la gabbia vuota in una reggia.
O di volare via in direzione: sé stessi.
Seguimi su Facebook (clicca qui) e su Instagram (clicca qui) e guarda le mie foto.
3 Commenti. Nuovo commento
Belle parole ma delle volte per i pregiudizi, il timore del giudizio degli altri, ci si
lascia morire dentro.
Soprattutto per non traumatizzare i figli.
Secondo me i figli cresceranno con un modello di famiglia sbagliato e a loro volta imiteranno quello
Ne ho viste infinite di situazioni e alla fine, di tante parole che si dicono, è sicuro che poche ne passano e solo se coerenti con le azioni. L’esempio è tutto o comunque è tanto, è l’imprinting e anche la verità che le parole non riescono a camuffare. Così si resta insieme per I figli… ma fin da bambini la verità è percepita più chiaramente di quanto gli adulti non immaginano perché gli adulti non hanno che il tempo per guardare e non vedono quello che fanno confusi dalle sovrastrutture che si sono dati, la maschera indossano per sopravvivere.
Cosa avranno da insegnare quale forma d’amore… solo una buona opportunità economica, solo un ruolo sociale, solo chissà che direbbero o diranno o cosa penserà chi… E quale ruolo gioca una madre o un padre? E se l’uno o l’altro contravvenendo al codice che si sono dati, la genitoroalita’ prima di tutto, cercassero altrove quello che manca dentro… chi ha tradito chi?
E se chi resta, nonostante consapevole del vuoto, davanti ai figli si comportasse come la vittima del tradimento?
Io a suo tempo scelsi diversamente ma ugualmente male, sono restata per abitudine ma niente figli perché mancava il più.