Un figlio adolescente ha l’immenso potere di farti sentire un bancomat e un taxi al tempo stesso. La persona più importante della sua vita, e quella più inadeguata che ci sia.
Di accarezzarti con le parole e di trafiggerti senza pietà, e senza motivo.
Un figlio adolescente parla, salta, balla, chatta compulsivamente, e si chiude in un silenzio che fa rumore.
Tu, da genitore, e per di più teoricamente adulto ma non immune da debolezze, non sai cosa fare; se assecondare il suo silenzio e i suoi modi – non sempre da reali d’Inghilterra -, o intervenire per ogni cosa, con il rischio di renderti insopportabile e rendere perfettamente vani i tuoi interventi.
Tu, da genitore, vorresti una sorta di risarcimento sentimentale.
Per il tuo immenso impegno: perché lui, sin da subito, abita il tuo cuore e i tuoi pensieri.
Perché lui sta in cima alle tue priorità, anzi, lui è la tua priorità.
Per l’amore di cui lo inondi.
Per le merende profuse con dedizione e costanza; per le colazioni delle sei del mattino quando potresti anche svegliarti più tardi. Perché lo aspetti sveglio finché non rincasa, e non prendi sonno se non lo prende lui.
Perché se è innamorato e felice, lo sei anche tu; e se soffre, soffri insieme a lui.
Per le tue recensioni ai suoi libri di scuola dell’ultimo momento.
Libri che tu, da genitore lavoratore, ovviamente, non hai mai letto; quindi, improvvisi per amore.
Non ti aspetti mai di diventare un perfetto estraneo.
Pensi sempre che a te questo non possa mai succedere, ti percepisci immune da screzi affettivi, da sgambetti, da attacchi gratuiti.
Tu sei diverso da tua madre e da tuo padre, così credi.
Ti senti migliore, più autorevole, più consapevole, più empatico.
E invece, anche tu, esattamente come lui, diventi un intruso all’improvviso.
Lo osservi a debita distanza, lo abbracci e lo baci, anche contro il suo volere.
Lui risponde con degli abbracci liquidi, sfuggenti, inconsistenti.
E tu rispondi con abbracci olfattivi, quando riesci ad acciuffarlo, lo abbracci e lo sniffi con amore.
Perché lui, un figlio adolescente, non ti bacia, non ti abbraccia, non si confida con te, perché tu, che ti piaccia o meno, sei un genitore, e come tale sembri essere candidato all’estraneità.
È sempre impegnato a intensità variabile in mille attività, oberato di cose da fare: social da tenere sotto controllo, invasione perenne di notifiche amorose o di studio – su queste ultime hai qualche perplessità -, sport, studio, cosi, tu, che gli hai dato la vita ma che stai dietro le quinte della sua, vai avanti senza ricevere quasi nulla in cambio.
Ma l’amore è discendente, e tu genitore di un figlio adolescente lo sai bene.
Imprechi, ti lamenti, ti arrabbi, ma ami come sempre e più di sempre; perché, forse, quando ti ama di meno, è proprio quando ha bisogno di più.
Ti eserciti ad amministrare con pazienza le tue emozioni, a sopportare le sue, e pensi sempre che domani andrà meglio.
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