La magia di Roma. Due coppie in crisi. Due donne in carriera, due uomini invisibili.
Il primo uomo invisibile – Stefano Fresi – è il marito della sindaca di Roma – Claudia Gerini -; donna bella, bionda e perennemente affaccendata e altrove anche quando è in casa.
Pur di stare con lei ha scelto di fare da mammo, di diventare vice preside invece di un “semplice” insegnante, e di rinunciare alla sua Panda perché non era sufficientemente eco.
Accetta per amore il ruolo da non protagonista, ma in fondo si sente derubricato della sua dimensione di maschio alfa dominante. E nel tempo gli equilibri della coppia scricchiolano.
Il secondo uomo invisibile fa lo scrittore – Edoardo Leo -, è ignaro della sua invisibilità e della sua instabilità coniugale; come spesso accade, pensa di stare bene in coppia. Convivono da sette anni, tra cene, ristoranti, viaggi di lavoro e una cerchia ristretta e stabile di amici. Nessuna fede al dito, nessuna casa di proprietà, nessun pargolo.
Il secondo uomo invisibile è un uomo romantico, in panne con il finale del suo ultimo libro che non vuole strappare alla romanticheria e consegnare alle logiche del mercato, e per arrotondare tiene una posta del cuore sotto falso nome.
La compagna – Marta Nieto Martínez – è una bellissima donna spagnola, una lavoratrice agonista che aspira a ricoprire ruoli apicali in azienda e che investe le sue energie per ottenerli.
Vive il rapporto di coppia come noioso e monocorde e dichiara a sé stessa di essere ufficialmente in crisi. Cerca le parole per dirlo al compagno e per fare chiarezza dentro di sé, e in fondo non ferirlo, così si rivolge alla posta del cuore. Email che in realtà verranno recapitare a lui direttamente.
Da questo non previsto scambio di email, Leo (ri) vede sé stesso con occhi nuovi, e Marta Nieto si innamora di un uomo che pensava di non conoscere: lo scrittore invisibile.
Il film è una poesia fatta di battute, frasi pensate e pesate, immagini che sembrano cartoline e musica.
Alla fine, la prima coppia rimane coppia. La sindaca si accorge che senza la parte emotiva e affettiva la sua carriera si svuota di significato. L’uomo invisibile si sente visibile, riconosciuto, abbracciato dalle sue parole. Riprende la sua vecchia Panda e il suo ruolo da docente, in barba alle convenzioni. Ritrova la pazienza smarrita e diventa un sostegno psicologico e fisico per la famiglia, come del resto era sempre stato. I ruoli rimangono identici, ma i partner si parlano, attraversano la paura dell’abbandono, si mettono a fuoco e rimangono coppia: volutamente sperequati.
La seconda coppia traballa. Attraversa la mareggiata della scappatella come risarcimento narcisistico. La paura dell’abbandono e della perdita. Lui diventa, proprio perché era diventato l’oggetto del desiderio di un’altra donna molto meno in carriera ma più passionale della compagna, visibile e lei, tra mille confusioni, rimpianti e rimorsi, valuta la possibilità di ridimensionare la carriera per amore.
Il finale non è chiaro, ma ognuno di noi in un gioco di proiezioni di psicoanalitica memoria vede quello che desidera di più: la separazione o la riconciliazione.
Il film si conclude con una scena straziante: loro due, belli più di sempre, forse ancora innamorati o forse impauriti, si baciano a lungo. Piove e la luce dei lampioni illumina ogni goccia d’acqua e ogni loro espressione.
Roma complice e ruffiana gli “regge il moccolo” come cantava Armando Trovajoli. Lei cerca di portarlo con sé a Londra, sede della promozione aziendale; lui le chiede di rimanere e tacitamente di rinunciare alla promozione.
Si baciano a lungo, si guardano (questa volta si vedono anche), riflettono. Lei gli dice che nulla ha senso senza di lui, lui le risponde così: “Tu non vuoi stare con me, hai paura di stare senza di me”.
E i titoli di coda ci consegnano alle nostre riflessioni.
Assolutamente da vedere e anche rivedere.
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2 Commenti. Nuovo commento
Andrò sicuramente a vedere il film, ma la cosa più bella sono le riflessioni che scaturiscono dalle parole con cui tu inviti a profonde considerazioni che ti fanno maestra di vita e grande interprete delle debolezze caratteriali e dei protagonismi narcisistici, riuscendo a capovolgere la vera realtà. Un grande plauso a te Valeria, è sempre un piacere potere leggere i tuoi commenti…
Grazie per le belle parole.