La paura e la speranza per l’anno che verrà

Ricominciamo da dove ci siamo smarriti. Dalla perdita della buona educazione e del rispetto. Dell’affetto e della gentilezza.
Ricominciamo dal mantenere le distanze dal mondo dell’altro, chiunque sia l’altro.
Ricominciamo dal rivalutare il lei e dal considerare il tu una conquista.
Dall’evitare di utilizzare whatsapp come se fosse il ministro degli Esteri della nostra comunicazione, tra abbreviazioni ed emoticon, e onde anomale di messaggi infiniti e confidenziali che ti obbligano alla risposta o alla maleducazione, la tua.
La paura per il nuovo anno, ma anche per il vecchio, è sempre la stessa: è quella di avere intrapreso la strada dell’egocentrismo a oltranza, dell’egoismo e dell’efferata maleducazione.
La paura di avere smarrito la continenza, il senso del limite e del pudore; di avere confuso l’arroganza per audacia, la gentilezza per arrendevolezza; di avere smarrito del tutto i genitori autoritari, perché di genitori-fratelli, falsamente autorevoli, abbiamo riempito le pagine dei giornali.
La paura è quella di considerare Sfera Ebbasta musica per le nostre orecchie, e di far passare in sordina parolacce e il dito medio sventolato verso l’alto come se fosse una benedizione più che un insulto.
La paura – quando si decide di non aver paura in amore -, è di confondere i serial lover, i calessi, le minestre riscaldate e i principi falsamente azzurri per amore.
La speranza per il nuovo anno è di non accontentarsi.
Di non smettere di crederci. Di tirare fuori i sogni dal cassetto e dare loro il permesso di soggiorno per trasformarlo in permesso di cittadinanza a tempo indeterminato.
La speranza è di poter lavorare sempre con amore e dedizione sentendosi dei privilegiati e non degli ergastolani.
La speranza è di avere la possibilità di adottare un cane in un canile o sfamarne un altro trovato per strada.
La speranza è di visitare sempre nuove terre e nuovi mondi: reali e della psiche. Altrui e mia.
La speranza è di trovare sempre parole nuove per dirlo; di scrivere ancora e ancora.
La speranza è che in questa lotta tra passato e futuro, tra paura e speranza, tra ricordi e meccanismi di difesa della psiche, tra rimpianti e rimorsi, possiamo diventare registi e attori protagonisti delle nostre vite.
Amorose e lavorative.

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