Non sono certa di riuscire a tradurre in parole le mie emozioni di oggi e quelle a lento rilascio del dopo, che esperienze del genere regalano.
Ci provo, perché le gioie condivise sono gioie amplificate, e la natura ha il potere di cicatrizzare ogni ferita, esattamente come la scrittura.
Durante queste vacanze avevo voglia di natura e di stare in compagnia degli animali, più del solito, più di sempre. Così, ieri, mi sono messa a cercare online percorsi, scuderie, strutture che mi consentissero di trascorrere una giornata a cavallo, tra natura e Sicilia.
Non riuscivo a trovare niente perché non trovavo la parola chiave – così come accade ai miei pazienti quando non sanno come si chiama la loro problematica -, poi ecco che googolando ho avuto una folgorazione.
Si chiama turismo equestre, ed ecco che mi si è aperto un mondo fatto di siti, pagine social e strutture. Sono stata inondata da un’emozione incredibile e incontenibile, avevo trovato quello che cercavo.
Grazie Google, senza di te non avrei trovato proprio nulla
Mi hanno risposto in tanti, tutti estremamente gentili e molto competenti. Così ho scelto la mia prima passeggiata: durata sei ore, percorso tra i boschi dell’Etna e visita a due crateri spenti. Ho iniziato a preparare il cuore e lo zaino, ed eccomi a oggi!
Vi racconto la mia giornata a cavallo.
Ore 9.00: tutti in sella
Ombra, Lulù e Vittoria, tre bellissimi cavalli fieri e liberi, nonostante le selle e le redini. Vivono in scuderia ma amano i boschi, l’Etna e mangiare le felci.
Non sono costretti ad orari e lezioni estenuanti, ma conducono una vita molto rispettosa delle loro reali esigenze. Mi sono subito sembrati cavalli felici e questa felicità ci ha contagiati tutti.
A me è toccata Vittoria, una cavalla giovane dal mantello rossastro e lucidissimo, e una criniera bionda un po’ spettinata e incolta, che devo dire le stava molto bene.
In religioso silenzio ci siamo messi in fila indiana, capitanati dal proprietario della scuderia, Alessandro, e dalla sua spavalda cavalla, in direzione Etna.
I sentieri erano impervi e scoscesi, altri ripidi o particolarmente in salita. Altri ancora pieni di rovi e di more, così non sapevo se proteggermi dalle spine o sostare per mangiarne qualcuna. Il panorama era costantemente mozzafiato e il mio cuore era chiaramente sintonizzato con il calpestio degli zoccoli del mio cavallo.
In quel momento non c’era il passato e nemmeno il futuro, ero avvolta da un inebriante presente.
I boschi e il mare
Ogni sentiero di montagna era addobbato da fichi d’India e more, da felci le cui foglie si muovevano gentili: si aprivano quando venivano attraversate dai cavalli e si richiudevano dietro di noi, come per magia, regalandoci un profumo di bosco e libertà mai provato prima.
Il mio sguardo era rapito da una meraviglia continua, da una bellezza così intensa che solo la natura possiede in sé.
Abbiamo proseguito tra i boschi di betulle che si disperdevano a perdita d’occhio e, se mi sporgevo un po’ dalla sella, venivo rapita dallo sfondo del mio more color turchese, che nonostante l’altitudine sembrava poter essere toccato.
Il calpestio degli zoccoli e il silenzio sono stati la colonna sonora di questa mia passeggiata tra i boschi.
Qualche nitrito qua e là che mi ricordava l’intensità della vita e il rumore del vento tra le frasche. L’odore era un misto di terra bagnata e legno, muschio e bacche, frutta e foglie, il tutto con un meraviglioso odore di stalla e cavallo, un patrimonio sensoriale di chiaro gradimento olfattivo per tutti noi.
Non c’era ieri e nemmeno domani: eravamo il cavallo e io. Sono rimasta con il cellulare spento, senza le sue perenni connessioni e notifiche, per ben sei ore, quasi una tratta intercontinentale, e devo dire che non ne ho nemmeno sentito la mancanza.
Dopo questa giornata cosi bella e intensa, penso che il mondo sia talmente armonioso e generoso
che dovremmo fare di più (o forse di meno) per evitare di distruggerlo.
La scuderia si chiama Ardichetto, si trova a Zafferana e si respira amore e cura, le mie fragranze preferite.
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1 Commento. Nuovo commento
Che meraviglia! Sembra di viverle le Sue emozioni, così fisiche e immediate… e i cavalli poi.
Giusto ieri ho seguito la mia ultima lezione di pet-counseling e già mi manca il misto di fascinazione e timore (ho 66 anni e non mi ero mai accostata ai cavalli) provati con la nostra insegnante, il piccolo gruppo famigliare e i cavalli con i quali abbiamo lavorato: Camillo e Woolly, Raja e gli altri… mi fa male il respiro pensando che per ora è finita.
Fortunata lei che sa montare, noi facciamo un lavoro di consapevolezza a piedi.
Credo che mi regalerò qualche ora di natura con lezioni individuali x superare l’inverno incombente.
Grazie per avermi stimolato nella decisione parlando della sua uscita.