In un venerdì di buonumore e di inventario dell’armadio e del cuore, mi interrogo sulla memoria del cuore.
Mente e cuore, come sappiamo, non sempre vanno nella stessa direzione.
La prima segue la logica, la coscienza, il si deve e il si dice; il secondo le emozioni, l’inconscio.
La prima la strada asfaltata, l’autostrada verso le nostre certezze, il secondo la strada impervia e di campagna verso le nostre paure.
La prima abita la terra ordinata della ragione, il secondo la prateria variegata dell’emozione.
La prima ci orienta quando siamo confusi, le diamo carta bianca e ci facciamo tiranneggiare, perché lei, la nostra mente, vede oltre.
Il secondo viene spesso maltrattato, ignorato e considerato come un vero tallone d’Achille delle nostre scelte e per le nostre vite.
Quando scegliamo con il cuore siamo vulnerabili, fragili, di certo, stiamo combinando un guaio o lo combineremo di lì a breve.
Quante volte, anche in amore, scegliamo un partner invece di un altro perché è bravo, bello, un lavoratore, un buon padre per i nostri figli?
A naso, anzi con la mente, lo consideriamo quello giusto.
E se il cuore, invece, volesse altro?
Avesse una memoria di quello di cui ha realmente bisogno?
Il cuore sa, ricorda, sente e vede.
Amare, amare bene e amare tanto, significa scegliere con il cuore, ovunque ti porterà.
Significa mettere insieme testa e cuore e sentirsi a casa nella mente e nel cuore di chi amiamo; senza paure, meccanismi di difesa, trucchi, strategie e photoshop dell’anima.
Ci sono cuori rabberciati, maldestramente rattoppati, che ricordano ancora come si batte e che, nonostante tutto, hanno ancora voglia di farlo.
Il mio inventario si è concluso con una busta di abiti dismessi da regalare, e tante altre di ricordi da costudite.
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