La dolcezza che hai non è per me. Per me non ci sono racconti, emozioni, segreti e condivisioni. Qualche sporadico abbraccio, ma di quelli di sfuggita dove non puoi sostare e nemmeno sentire o abitare.
Con me c’è quel rapporto di superficiale convivenza che io a fatica cerco di traportare in profondità diventando noiosa e patetica, alternato a rimproveri ed educazione, quella scomoda e fastidiosa che non pensavo mi appartenesse. Quel blaterale che non è comunicare, spesso scorporato dal bisogno, almeno da parte mia, di raccontarti di me – dei mie sbagli soprattutto – mentre parlo a te.
Per me non ci sono baci spontanei ma rari e per gentile concessione, e tantomeno effusioni.
C’è uno sguardo duro e giudicante che passa al setaccio ogni centimetro del mio corpo e ogni mio comportamento.
Quel dito sempre puntato che cerca la pagliuzza senza vedere la trave. Quel sottolineare sempre quello che non faccio o dimentico e mai quello che faccio o sono.
Per me ci sono critiche, attacchi, un atteggiamento esigente e intransigente del tutto svuotato di quell’amore profondo e profuso di cui invece dovrebbe nutrirsi un legame profondo e in cammino.
Se mi guardo in te, che mi somigli più di quanto tu possa immaginare, vedo astio alternato a presenza, inadeguatezza alternata ad attacchi gratuiti, ambivalenza e quella insopportabile intermittenza del cuore.
È come guardarsi in uno specchio deformante, come quando dopo una dieta lunga ed equilibrata durata tutta la vita ti vedi ancora goffa e inadeguata.
Questo amore mi confonde, rimescola le mie certezze, squaderna i miei pensieri e derubrica dalle mie emozioni quelle belle e luninose per far riemergere dal fondo quelle buie, del passato faticosamente rimosso.
Forse con il tempo tutto avrà un senso, ma per adesso mi sento sulle montagne russe del cuore. È come abitare su una barca che ondeggia, senza poter ormeggiare mai.
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