Durante una chiacchierata lavorativa, sono venuta a conoscenza dell’esistenza della mappa di calore.
Pensavo che la discussione stesse deragliando dal lavorativo al seduttivo, invece, la mappa esiste davvero.
Mi sembrava la descrizione di una situazione intima, se non a luci rosse, in realtà, è la descrizione di quello che gli utenti fanno all’interno di un sito.
Nel mio, tanto per cambiare, rubano o tentano di fare copia e incolla dei miei contenuti, in quelli altrui, navigano in maniera spensierata e ludica, fruendo più che rubando.
Sono andata a cercare online per approfondire l’argomento e ho capito che la mappa di calore serve per tracciare i movimenti del mouse, ed è quindi, un ottimo strumento per comprendere come modificare il sito web in funzione dei visitatori.
Esattamente quello che non andrebbe mai fatto in amore.
La mia deformazione professionale mi ha portata a scollarmi dalla conversazione e a pensare a una possibile mappa di calore in amore.
L’amore che muove le montagne è stato rinchiuso nell’armadio dei tabù, e molte coppie si accontentano della brutta copia dell’amore.
Un amore che manipola, che cambia e fa cambiare l’altro, per ottimizzare i risultati, è una deriva della spontaneità.
Una sorta di triste cronaca di una morte annunciata del legame.
Non si può e non si deve, cambiare per amore, non è utile capire cosa piace o non piace al partner per far sì che lui abbia quello che desidera durante la navigazione condivisa che è il legame d’amore.
Mi piace immaginare il cammino di una coppia come una navigazione, una rotta da poter seguire sul portolano – un regalo che mi fece mio padre quando iniziai a navigare in mare -, una sorta di diario di bordo emotivo che raccoglie le navigazioni, le rotte e le mete, i porti dove fermarsi a riposare e i fari che ci illuminano il cammino.
Ricapitolando, la mappa di calore mi ha profondamente affascinata, ma il portolano mi si addice decisamente di più.
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