C’era una volta Carla,
una donna solare ed innamorata.
Amava il suo aguzzino ma non sapeva ancora che lo fosse.
Era talmente innamorata e felice da regalargli un figlio, da decidere di tenere in utero una parte dell’uomo che amava ed al quale voleva regalare L’eternità del loro amore.
L’uomo, il suo uomo, nonché il padre della bambina che sarebbe nata da lì ad un mese, ha ben pensato, mosso da una rabbia incontrollata ma a lungo covata, di organizzarle una sorpresa: incendiarla.
L’ha ricoperta di benzina – pancia e figlia incluse – inondandola con l’ausilio di una bottiglia stracolma, e le ha dato fuoco.
Nella speranza verbalizzata che non sorridesse più.
Dopo ventitré giorni di coma, venti interventi ed un volto nuovo con cui dover fare amicizia, la donna si è risvegliata più forte di prima.
Adesso, Carla Caiazzo, è il volto della nuova campagna “Io rido ancora”.
Un esempio ed un monito per le donne attanagliate dalla paura che non hanno il coraggio di denunciare, di scappare, di reagire.
Del resto, come scrivere Alda Merini, la migliore vendetta è essere felici.
Non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice.
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