Anni addietro mi consultò una coppia, che in realtà non era più coppia da tempo. A loro insaputa l’amore che li aveva contraddistinti era diventato il luogo della contraddizione e dell’infelicità.
Era una coppia ferita dagli anni trascorsi insieme, dagli sgambetti della vita e del partner, dall’essere diventati invisibili agli occhi di quello che un tempo era amore. Ferita e trafitta dalle, e tra, le lenzuola: Prima tiepide e poi estinte.
Nonostante ciò, c’era ancora un barlume di speranza, e quella coppia che un tempo si era scelta sulla base del desiderio e della speranza di una vita insieme, adesso si sopportava sulla base della paura e dell’ignavia eletta a norma di vita.
Abbiamo cercato di trasformare la paura in coraggio, e l’abitudine in desiderio, ma sembrava che fossimo arrivati troppo tardi.
Dopo tre colloqui, con le lacrime agli occhi e il cuore stracolmo di rassegnazione – il malanno più pericoloso che ci sia! – mi dissero che non c’era più niente da fare, che loro non avevano più niente da dirsi e da darsi, e che avrebbero preferito un legale a un terapeuta.
Quando una coppia smette di essere tale, e giunge da me troppo tardi, il loro fallimento diventa il mio, e la loro sofferenza i miei interrogativi.
Ieri, esattamente dopo tre anni di silenzio e immobilismo del vivere, sono tornati in studio.
Erano identici. Meno pazienti e un po’ più erosi dalla vita e dagli anni trascorsi, ma con una piccola lucina lampeggiante di speranza.
Tre anni fa si erano spaventati dall’esborso di energia psichica che avrebbero dovuto sostenere, e hanno scelto la semi-felicità o l’infelicita al cambiamento.
L’immobilismo del vivere, però, non può durare a lungo. Il bisogno di essere felici, prima o poi, bussa a tutte le porte del cuore. Anche quelle sprangate dalla paura e alla felicità.
L’immobilismo era inversamente proporzionale al grado di infelicità.
Maggiore era l’impegno che necessitava per mettersi in cammino, maggiore sarebbe stata la fatica da cospargere su ogni pietanza del vivere in coppia, con un aumento esponenziale del loro immobilismo difensivo.
Cambiare spaventa, e sbracciarsi affinché un cambiamento non solo avvenga ma si stabilizzi, spaventa ancor di più.
Speriamo che questa sia la volta buona.
Felice di averli rincontrati.
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