Quando due coniugi si lasciano, non sempre il dopo è un cammino lastricato di buoni propositi e di sentieri pianeggianti. A volte può capitare che i partner, ex/quasi ex/forse ex, inciampino nel desiderio di rivivere quelle antiche sensazioni. Di sentirsi ancora a casa, anche saltuariamente, a giorni o settimane alterne. Così, mentre sono in cammino verso il futuro, si ritrovano in un baratro chiamato passato.
Si cercano, si inseguono, si amano e si disprezzano, e mentre si disprezzano si amano.
Ma in realtà non abbracciano il cambiamento è nemmeno i loro bisogni, rimangono ammanettati da una lotta intestina di due forze avverse: andare via e rimanere.
La sessualità nella terra del dopo, che io amo chiamare torcicollo sessuale, si nutre di intensità e di erotismo, di istanti che ricordano l’eternità, della paura che non ci sia più un domani da abitare.
La sessualità si scrolla di dosso le tinte sbiadite e opache del passato, della convivenza e della noia per diventare d’un tratto audace e misteriosamente variopinta.
L’alta gradazione erotica dispensata dal torcicollo sessuale si coniuga però a una bassissima progettualità emotiva.
I motivi per cui una coppia ha smesso di essere coppia non sbiadiscono miracolosamente nel nulla per paura di perdere quegli antichi privilegi, e tantomeno si sono cicatrizzati da soli in funzione dell’assenza dell’altro. Sono rimasti identici al prima, fedeli a loro stessi, immutabilmente dolorosi; forse leggermente opacizzati dai sensi desideranti e dalla paura del cambiamento ma non virano di certo verso una magica e onnipotente risoluzione del disagio.
Amplessi dopo amplessi la coppia di separandi cerca di trovare l’alba in un tramonto, ma il belvedere ha la durata di una stella cadente d’agosto, e dopo riappare il buio.
Il rischio più grande del torcicollo sessuale è quello di rimanere sull’uscio della porta del cuore: confusi, immobili e infelici. Riprendere il cammino, anche se impervio e doloroso, ovunque esso porti, significa invece cercare e trovare la bellezza in luoghi inaspettati: anche dentro un addio.
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