I potatori di rapporti sono coloro che negli anni si perfezionano in tagliare sul nascere i legami, soprattutto d’amore. Alcune persone attuano una sorta di profilassi dell’abbandono: quando percepiscono nell’aria odore di intimità scappano via senza girarsi più indietro. I tagliatori di rapporti sono specializzati in fuga.
Non accettano compromessi, non si mettono in discussione, non amano soffrire e a volte nemmeno sentire. (Perché per sentire si deve anche accettare la possibilità di soffrire). Vivono come se fossero in trincea, con il coltello tra i denti e una mina pronta da lanciare quando percepiscono sentore di minaccia.
Giuseppe (nome di fantasia) aveva l’abitudine di sezionare, anzi vivisezionare, le donne con cui usciva. Per lui erano troppo belle o troppo brutte, troppo alte o troppo magre, troppo sorridenti o perennemente imbronciate, eccessivamente espansive, eccessivamente introverse, insomma non me andava bene una.
E quando una di loro superava indenne la prova del nove e riusciva ad arrivare al secondo o addirittura al terzo appuntamento, Giuseppe prontamente trovava un’altra defezione caratteriale o fisica, e tagliava sul nascere il legame.
L’amore spaventa e talvolta spaventa di più la possibilità di essere felici.
Il malessere e la solitudine del cuore diventano dei compagni di viaggio e di vita e con le loro maglie stingenti occupano ogni spazio: interno ed esterno di chi si trova legato a loro.
Guarire dal taglio precoce e seriale di legami è possibile e consegna allo scintillio del cuore.
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