Non lo conoscevo. Era mia abitudine comprare piante un po’ dove capitava: in strada, vicino casa, al supermercato. Viste le mie scarse abilità, avevano tutte vita breve.
Quest’estate, una mia carissima amica che vive a Lione e che mi raggiunge tutte le estati in Sicilia, mi ha consigliato il suo vivaio.
Era estate, ero abbastanza libera, e mi servivano delle piante per abbellire quella che sarebbe stata la mia fattoria, un tempo una discarica a cielo aperto. L’avevo strappata all’incuria, e il lavoro da fare sarebbe stato veramente tanto. Ma non avevo paura. Così, un giorno, sono andata a trovare il suo vivaio.
Questo luogo dell’altrove è incredibilmente bello, grande, accogliente e luminoso, ma la sensazione più nitida che si percepisce è che questo posto magico ha una vita a sé. È gentile e accogliente, luminoso e caloroso, esattamente come tutte le persone che lavorano lì. Sono tutti ragazzi, ma non si comportano come solitamente si comportano i dipendenti, più o meno affaccendati e più o meno demotivati, loro sono lì con te, con le loro piante e i loro occhi che luccicano quando te le presentano. Ti ascoltano, ti chiedono, ti rispondono. E ti aiutano.
Era agosto, mi ero recata al vivaio con le mie solite idee preconfezionate e avevo deciso di comprare dei cipressi perché volevo oscurare un angolo nel tentativo di arginare gli sguardi intrusivi dei passanti.
I ragazzi mi hanno ascoltata, non giudicata – era più che chiaro che non capivo granché di piante! – e poi consigliata: mi hanno fatto riflettere e mi hanno detto che sarebbe stato più utile che il proprietario in persona venisse da me per fare un sopralluogo.
Mi sono detta: il proprietario in persona? Mi sembra un vincolo, un invito latente all’acquisto. E invece mi ero sbagliata.
Il proprietario del vivaio è un signore gentile, competente e generoso, d’altri tempi.
Nonostante le temperature in Sicilia fossero veramente elevate, il sig. P. ha fatto il suo sopralluogo, puntuale come un orologio svizzero, ha compreso quali fossero le mie necessità e soprattutto ha evitato che comprassi i cipressi perché sarebbero stati un grande sbaglio.
Mi ha consigliato degli alberi che costavano addirittura la metà e che avrebbero arricchito e arredato quell’angolo che non era di mio gradimento: la Canphora. È un albero maestoso ed elegante, un sempreverde, caratteristica per me rassicurante viste le mie scarse arti botaniche, inoltre diventerà immenso e mi sopravviverà. L’idea che dopo i primi mesi in mia compagnia diventasse abbastanza autonomo ha subito creato un legame empatico tra lui e me e la mia cronica stanchezza di questo periodo.
Da quel momento in poi questo vivaio è diventato il mio vivaio preferito.
Anche se devo comprare una pianta di rosmarino, delle pietre bianche per addobbare le mie tante aiuole, delle piantine stagionali oppure delle piante più importanti mi reco lì, in questo luogo dell’altrove, pieno di piante e di gentilezza dove tutti i dipendenti sono affettuosi e generosi.
La settimana scorsa, per esempio, ho acquistato delle pietre bianche bellissime, un vaso meraviglioso che Mario, un ragazzo particolarmente gentile che mi segue tutte le volte, aveva preparato per me e una piccola piantina che avevo comprato per il mio studio di casa.
Era una piantina con dei piccoli fiori rossi – il mio colore preferito -, e ad impreziosirla c’era il suo contenitore: un vaso tondo in ceramica bianca. Semplice, elegante, senza fronzoli.
Con maestria e strategia siamo riusciti ad ammonticchiare tutto dentro la mia Smart, ma quando sono arrivata in fattoria e ho aperto lo sportello per sistemare gli acquisti, trafelata e stanca come sempre, la mia piccola piantina col vasetto bianco e i suoi garbati fuori rossi e ruzzolata giù e si è frantumata in mille pezzi.
Pazienza, mi sono detta, appena posso ne comprerò un’altra uguale.
Ho sistemato le pietre, i vasi elegantemente arredati e sono rincasata soddisfatta dei miei acquisti.
Il richiamo nei confronti del vivaio è continuo, ricorda quasi una dipendenza.
Così, ogni qualvolta devo comprare qualcosa oppure ho cinque minuti di tempo mi reco lì.
L’altro giorno ho telefonato per evitare di perdere troppo tempo – per me in questo periodo della mia vita è veramente un lusso -, e ho chiesto a Mario di prepararmi un altro vaso, grande, con delle piantine di stagione scelte da lui, la terra quella buona e l’argilla espansa. Quando sono andata a ritirare il vaso e gli ho raccontato che la piantina rossa con l’elegante vaso bianco si era rotta e che ne avrei voluta prenderne un’altra, Mario senza dirmi nulla si è recato in un’altra stanza, ha preso un vaso bianco, identico a quello precedentemente da me rotto, e me lo ha regalato. La mia piantina con i suoi piccoli fiori rossi è tornata a vivere con me.
La gentilezza e l’accoglienza che si respira in questo vivaio sono incredibili, viene voglia di frequentarlo stabilmente.
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