Quando ero piccola il momento del pasto era sacro. Niente cellulari, anche perché eravamo ancora uomini liberi, si parlava e ci si raccontava.
Si faceva onore alla tavola. Qualunque cosa ci fosse, anche al pesce, il mio incubo ricorrente.
Nessuna scusa era ammessa perché il rischio imminente era la lapidazione con lo sguardo dei miei genitori.
Il pane non doveva stare a pancia in giù, per rispetto, e quando si spezzava rimaneva tuo e non lo rimettevi nel cestino del pane.
Ci si asciugava la bocca prima di bere, e non si beveva né parlava con la bocca piena. Il cibo andava rispettato, non si buttava e preferibilmente non si lasciava nel piatto.
Oggi è cambiato tutto. Tristemente.
Un allegro e apparentemente innocente gioco, appena apparso su YouTube, prevede un lancio acrobatico di sottilette da parte dei genitori verso un bersaglio attonito e ingenuo: il bambino.
Il bambino rimane senza fiato e senza parole, il genitore lo immortala e lo posta sul suo profilo – infischiandosene che sia un minore e non avendo coscienza dell’assurdità del suo gesto – e i like sono assicurati.
Il bambino di oggi che cresce a sottilette in faccia, mi chiedo, come potrà educare i suoi futuri figli?
Quando sarà grande e rivedrà i post inquisiti, che tipo di considerazione avrà dei suoi genitori?
Se questa è una conquista della modernità, preferisco il rigore educativo del passato.
Fonte: La Stampa
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