Cos’è il cuore? che forma ha? quando fa male di cosa ha bisogno? siamo in grado di occuparcene e di averne cura?
Se dovessi provare a disegnarlo, lo rappresenterei come una grande casa, con tante stanze. Ci sono le stanze arredate con cura, quelle che ricordano le case di una volta, in grado di conservare i ricordi.
Ci sono poi le stanze chiuse, sprangate, perché hanno subito un danno. Quelle che fanno ancora male, anche se chiuse. Le stanze piene di rinunce, di se e di ma, di brividi e lacrime.
Ci sono poi le stanze socchiuse, tentennanti tra la speranza e la resistenza, nella speranza che qualche cuore coraggioso oltrepassi le sue paure.
Tra una stanza e un’altra c’è un corridoio lunghissimo che ricorda quello delle vecchie case, che congiunge l’esterno con l’interno, percorribile da poche persone: gli eletti, i coraggiosi, i folli.
Il cuore, sempre nella mia fantasia, ha gli armadi, i cassetti, i ricordi, le voragini, gli strappi come i tessuti logori e i sottopassaggi segreti.
Ogni tanto, esattamente come le case, ha bisogno di una manutenzione profonda.
Per farlo battere a lungo bisognerebbe togliere l’umidità di risalita, le infiltrazioni, la muffa. Va mantenuto ordinato e pulito, non è opportuno ammonticchiare scatoloni e orpelli, a lui basta l’essenziale.
Ha bisogno di emozionarsi almeno ogni due, tre giorni, per sempre.
Ha bisogno di battere forte e di urlare che esiste. Non va ignorato, tacitato, contrariato.
Ha bisogno di aria e di luce, esattamente come le case, e di tanto calore durante i mesi freddi.
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