Messaggi espliciti o messaggi subliminali.
Foto di nudo o di semi nudo.
Vedo e non vedo.
E invece? Sorriso sfacciato, foto ammiccanti, foto sexy o addirittura hard, lingua di fuori e dito in bocca.
Il tutto con fare presumibilmente seduttivo.
Questo sembra essere il modus operandi del corteggiamento odierno.
Il datato corteggiamento, la capacità d’attesa, il primo appuntamento corredato dal primo bacio e dalle prime emozioni da cardiopalmo, sembrano essere in caduta libera.
Il corteggiamento indossa le vesti della modernità e del web, ma rimane innegabilmente la fase più bella del cammino verso la nuova coppia.
A chi piace diretto.
A chi meno.
Chi adopera il linguaggio muto dei “mi piace” e dei social, chi l’intensità delle parole o il calore della voce.
Chi fa il giro largo, e chi non approda mai.
Chi invece punta alla meta e smarrisce il cammino.
Chi ancora, rapito da una bulimia del vivere e del sentire, non sa aspettare.
Chi passa da un oggetto del desiderio all’altro in men che non si dica per sentirsi vivo, e per lenire la paura di invecchiare.
L’influenza della tecnologia sul corteggiamento è ormai nota.
I timidi diventano spavaldi.
Gli introversi estroversi e audaci.
Gli impacciati dei grandi amatori.
I poveri di parole e di contenuti traslocano dentro una chat per trovare amori dal facile utilizzo.
La seduzione rimane un gioco fatto di attese e di lunghi respiri, di movimenti lenti e rapidi.
Di dolci iniziative e di immobilismo per assaporare il tutto.
Quando si parla di modernità è facile pensare al tutto e subito, all’iper sessualita, alla mancanza dell’attesa.
Così, la seduzione, lascia il posto alla compulsione, il prendere quello che passa alla scelta, l’eccitazione al calo del desiderio.
Quando tutto è veloce le emozioni sono fugaci, mentre, come dicono gli africani, ciò che cresce lentamente mette radici profonde.
Il corteggiamento sembra anacronistico, datato, desueto, ma rimane l’unico cammino, e per di più in punta di piedi, verso il mondo dell’altro.
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