Molte donne – molto meno gli uomini – preferiscono fare l’amore al buio. In religioso silenzio e se fosse possibile sotto le coperte. Hanno paura di svelarsi troppo, provano una sensazione paralizzante mista a pudore, solitamente ben nutrita da traumi infantili pregressi e da una scadente, se non assente, educazione emozionale e sessuale, e per finire da un rapporto conflittuale e ambivalente con l’immagine corporea. Quel corpo che da teatro e palcoscenico del piacere dei sensi diventa una sorta di zavorra da celare e da non mostrare.
Così può capitare di avere un talamo cieco e muto e un bel burqa sui sensi che consegnerà (è solo questione di tempo) il partner più vivace e audace alle braccia di un amante o di un’amante.
Derubricare dalla sessualità la vista, uno degli organi di senso più prepotente e impertinente che ci sia, significa depotenziare l’eros e l’amore. Il buio impedisce di guardare, e anche vedere, il partner amato, le sue smorfie di piacere o di desiderio, il suo corpo parzialmente svestito, in intimo peccaminoso o austero o del tutto denudato, il colore della sua pelle e le sue pupille meravigliosamente dilatate.
Lo stesso accade quando il burqa tappa la bocca e di conseguenza le orecchie.
Tarpare le ali alla parola, uno dei più potenti afrodisiaci, è come fare l’amore da anestetizzati o dormienti. Una sessualità da audiolesi è una sorta di manifestazione circense senza luce, musica o sottotitoli: solo corpi e per di più resi invisibili dal buio.
Per accedere a una sessualità più libera, e perché no spregiudicata e di secondo livello, che vada ben oltre l’aspetto meramente coitale, la conditio sine qua non è avere un buon rapporto con sé stessi e una buona empatia emozionale ed erotica con il partner.
La spregiudicatezza necessita però di estrema gradualità e garbo.
Non è possibile consegnare l’amore e l’appagamento sessuale alla fretta, bisogna averne cura e rispettare le paure e le resistenze di ogni membro della coppia. Passo dopo passo, respiro dopo respiro, confessione dopo confessione e orgasmo dopo orgasmo – con qualche seduta di terapia sessuologica tra uno step e un altro – la coppia può ormeggiare in terre inesplorate, e mai più dimenticate.
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