Nel bel mezzo del cammino di nostra vita, ecco che appare un ricordo.
Talvolta gli diamo il benvenuto, lo accarezziamo con cura, lo accogliamo come si fa con una persona cara; altre volte lo cacciamo via come se fosse un appestato. Un untore di sciagure e magoni.
Il presente, talvolta, può trasformarsi in un pessimo luogo da abitare se inquinato e infarcito da residui tossici di un passato reso ricordo insistente, difficile da elaborare e da fare riposare in pace.
Il rapporto con chi non c’è più nella nostra vita, ma in passato è stato importante o ci ha trafitto o arricchito con la sua presenza o assenza, è complesso e sfaccettato.
Il modo migliore per mantenere in vita chi abbiamo amato tanto è non dimenticare. Ripassare con la mente e con il cuore, inebriarsi di passato, e qualche volta, alzare anche il gomito, se serve, per attutire un’eccessiva dose di presente.
Nulla si dimentica e nulla si cancella, eventualmente si rimuove o si danza con un passo a due con una funzionale amnesia selettiva, ma c’è una regola inconscia salva vita da dover rispettare per fare pace con il passato.
Scegliere con cura chi diventa passato, chi merita di rimanere presente, chi apparterrà al futuro camminandoci a fianco a lungo.
E chi merita di rimanere un ricordo: incastonato dentro, addosso e per sempre con noi.
Perché anche i ricordi vanno meritati.

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