Talvolta ne apriamo uno e ritroviamo un ricordo.
Un appunto, uno strafalcione, un rametto secco custodito con amore per immortalare un momento.
Oggi, ventitré aprile, si festeggia la giornata mondiale del libro, ed io mi sento in profonda sintonia con questa data.
Il libro è un amico, un amante, un compagno fedele al quale affidare le nostre ansie e paure, e dal quale trovare una parola di conforto.
Sempre.
Grazie a quel libro, in quel momento della nostra vita, siamo cresciuti, abbiamo riflettuto, abbiamo imparato, siamo cambiati, abbiamo pianto un po’ di meno, o un po’ di più.
Poi, di libri, ne ho scritto qualcuno anche io.
Libri scientifici, che non amo e che mi annoino, d’amore e di passione, ovviamente i miei preferiti.
La lettura è un momento alchemico, solo nostro, intimo, riservato.
Una “pausa dalla vita” ed una pausa di sospensione da quello che abita in noi e che ci inquieta e tormenta.
Oltre i libri, però, abbiamo anche i ladri.
I ladri del lavoro intellettuale altrui.
Chi copia, chi riscrive pensieri ed emozioni altrui, facendole proprie.
Chi le trasforma in scritti personali, con tanto di firma in calce. La loro.
La giungla dell’etere non risparmia nessuno dai furti d’anima, dai furti intellettuali, e dai dispiaceri, ma tenere un libro, altrui o proprio, tra le mani a me evoca ancora una grande emozione.
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