I nostri amici a quattro zampe sono stati promossi a parenti a tutti gli effetti, senza se e senza ma.
Il decreto di fine novembre ha stabilito che i nostri animali, dopo svariati controlli, potranno venire a trovarci in ospedale, cani o gatti che siano. (Dovrò soprassedere sul cavallo!)
Quando ci ammaliamo e veniamo ricoverati, li affidiamo a qualcuno di nostra fiducia che possa occuparsi di loro durante la nostra assenza.
Li lasciandoli senza di noi, e noi senza di loro.
I nostri rituali quotidiani di buon giorno e buona notte, di passeggiate olfattive – che fanno bene a loro e che fanno bene a noi -, gli occhi negli occhi, vengono recisi bruscamente. Senza preavviso.
Così, a farne le spese, come quando si ama davvero, saremo entrambi i protagonisti del legame d’amore: il nostro animale e noi umani.
In questi casi non esistono le pause di riflessione!
I nostri animali sono degli esseri viventi in grado di provare emozioni: gioia, dolore e strazio per la nostra assenza, unitamente a una marcata preoccupazione se non ci vedono rincasare.
Aspettano fedelmente la nostra macchina, la riconoscono già da lontano, vibrano empaticamente quando siamo nei paraggi, e scodinzolano festaioli come se non ci vedessero da mesi.
Un cagnolino può rappresentare un fratello a quattro zampe per un bambino timido, disabile o introverso.
Una vera terapia per gli infelici, i soli, i depressi, gli anziani.
Un antidolorifico per un cuore infranto.
In sede di divorzio, c’è chi duella fino all’ultimo atto giudiziario pur di averlo con sé, e non a giorni alterni.
La giurisprudenza, finalmente, si occupa del riverbero emozionale del legame animale-uomo, quando quest’ultimo si trova in ospedale; e lo legittima.
Grazie a questa svolta epocale, verrà programmato un luogo adatto dove potrà realizzarsi l’incontro tra paziente umano e il suo parente più stretto: il quattro zampe.
Le direzioni sanitarie di tutte le strutture dovranno individuare degli spazi idonei all’interno dei quali gli animali potranno incontrare i loro proprietari, verranno stabiliti gli orari di visita, esattamente come si fa per i parenti, anche quelli meno graditi, e stabilire anche delle mappe con delle piantine segnaletiche.
Ai nostri amici a quattro zampe verrà richiesto un certificato sanitario di buona salute rilasciato la settimana precedente l’incontro in ospedale, cosa che invece non viene richiesta ai parenti, agli amici o al partner che ci verranno a trovare.
Il quattro zampe dovrà essere pulito, spazzolato e al guinzaglio, il parente a piede libero.
E ancora, il quattro zampe dovrà essere munito di museruola, da indossare all’occorrenza, invece, il parente potrà proferire parole al vento.
Il quattro zampe dovrà essere tenuto sotto controllo per evitare che vaghi in territori limitrofi, il parente invece potrà attardarsi nei corridoi e parlare con chiunque.
Insomma, la conclusione è la seguente: i nostri animali svolgono un ruolo decisivo per il nostro recupero emotivo durante le più svariate malattie; talvolta, più dei parenti parlanti.
La loro presenza contribuisce a ridurre i nostri stati ansiosi, quindi, verrà caldamente favorita.
In compenso, nessun parente verrà messo al vaglio della giurisprudenza prima che venga a trovarci.
Pazienza, ce ne faremo una ragione.
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